Studio CGIA Mestre-As.Tro: “Awp e vlt, tassa sulle vincite, riduzione payout, tessera sanitaria e lockdown: l’impatto negativo sul comparto”. Tutti i dati su RACCOLTA e CALI OCCUPAZIONALI

Nel biennio 2020-2021 la raccolta di gioco è stata influenzata, oltre che dalle temporanee prescrizioni sanitarie che gli operatori hanno dovuto porre in essere (es. controllo del Green Pass, limitazioni all’accesso dei locali), anche da quelle nuove regole già richiamate, costituite dall’aumento della tassa sulle vincite, la riduzione del payout e l’introduzione della tessera sanitaria per accedere al gioco.

E’ quanto emerge dallo studio della CGIA Mestre, in collaborazione con Astro, sul gioco pubblico, presentato oggi a Roma.

La riduzione della raccolta, registrata nel biennio 2020 e 2021, quindi non è solamente dipesa dalle prescrizioni COVID di sospensione dell’attività, ma anche dalle ulteriori
novità, non da ultimo anche da un ipotetico sviamento della clientela.

Per tenere conto di questi fattori si è stimato il calo della raccolta sia per il 2021 che per il 2020 solo in funzione delle sospensioni e poi considerando anche l’influenza degli ulteriori fattori. Si è così cercato di rendere più realistica la prudenziale stima presentate nelle slide precedenti per il 2021.

Il confronto tra gli occupati del settore a fine 2018 data della nostra ultima rilevazione, e quelli stimati a fine 2021 evidenzia un calo di oltre 8.000 occupati corrispondente a una diminuzione di quasi il 15% (14,8%). Inferiore al calo dei margini del settore che arriva a sfiorare il 60%.

I fattori che deprimono la raccolta introdotti dal 2020

Il 2020 sarebbe stato comunque un anno difficile per il settore (a prescindere dal COVID), in quanto sono state introdotte delle novità destinata ad impattare negativamente sulla raccolta e a comprimere i margini del settore. La riduzione del payout, l’introduzione della tessera sanitaria insieme all’aumento della tassa sulle vincite scoraggiano il giocatore e quindi deprimono la raccolta. Contemporaneamente l’aumento del PREU riduce i margini per il settore.

Nel corso degli anni, è aumentata la quota del margine (o cassetto) lordo (raccolta – vincite) che viene versata allo Stato sotto forma di PREU.

Nel 2017 veniva destinato allo Stato il 62% del cassetto lordo delle AWP e il 48% delle VLT, nel 2020 il peso del fisco ha raggiunto il 71% per le prime e il 61% per le seconde.

Specularmente il margine della filiera si è ridotto dal 42% del 2017 a meno di 1/3 (31,2%) nel 2020. Molto pesante la situazione per le AWP dove il margine si è ridotto dal 37,9% del 2017 al 28,8% del 2020.

La conseguenza dell’elevato impatto fiscale e della riduzione dei margini operativi è costituita dalla progressiva marginalizzazione delle imprese di dimensioni medio basse e dalla diminuzione della redditività complessiva del settore, che perde attrattività per investitori nazionali ed internazionali.

In corrispondenza del 2020 si registra una forte contrazione che persiste anche per il 2021.

La linea azzurra (visibile per il 2020 e il 2021) si riferisce ai valori della raccolta che si sarebbero verificati se l’unico elemento negativo fosse stato la sospensione dell’attività per determinati periodi dell’anno: 12,5 mld nel 2020 e 12,6 nel 2021.

La linea rossa rappresenta invece l’andamento dei valori effettivi come stimati per il 2020 e per il 2021 che tiene quindi conto anche della riduzione del payout, dell’aumento della tassa sulle vincite, del probabile sviamento della clientela a causa della prolungata chiusura, delle prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale.

La riduzione della raccolta (rispetto al 2019 anno PRECOVID) causata unicamente dalla sospensione dell’attività sarebbe stata del 45%.

A partire dal 2020 si sono verificati altri fattori (riduzione del payout, aumento della
tassa sulle vincite, probabile sviamento della clientela a causa della prolungata
chiusura, le prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale) che hanno concorso a ridurre la raccolta che stimiamo essere diminuita di almeno il 54% nel 2020 e del 53% nel 2021.

Di conseguenza si può ipotizzare che il peso degli «ulteriori fattori» sia pari a circa 8% della raccolta PRE-COVID.

In corrispondenza del 2020 si registra una forte contrazione che persiste anche per il 2021.

La linea azzurra (visibile per il 2020 e il 2021) si riferisce ai valori della raccolta che si sarebbero verificati se l’unico elemento negativo fosse stato la sospensione dell’attività per determinati periodi dell’anno: 12,8 mld nel 2020 e 12,9 nel 2021.

La linea rossa rappresenta invece l’andamento dei valori effettivi come stimati per il 2020 e per il 2021 che tiene quindi conto anche della riduzione del payout, dell’aumento della tassa sulle vincite, dell’introduzione della tessera sanitaria, del probabile sviamento della clientela a causa della prolungata chiusura, delle prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale.

La riduzione della raccolta (rispetto al 2019 anno PRECOVID) causata unicamente dalla sospensione dell’attività sarebbe stata del 45%.

A partire dal 2020 si sono verificati altri fattori (riduzione del payout, aumento della tassa sulle vincite, introduzione della tessera sanitaria, probabile sviamento della clientela a causa della prolungata chiusura, le prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale) che hanno concorso a ridurre la raccolta che stimiamo essere diminuita di almeno il 65%.

Di conseguenza si può ipotizzare che il peso degli «ulteriori fattori» sia pari a circa 20% della raccolta PRE-COVID.

In corrispondenza del 2020 si registra una forte contrazione che persiste anche per il 2021.

La linea azzurra (visibile per il 2020 e il 2021) si riferisce ai valori della raccolta che si sarebbero verificati se l’unico elemento negativo fosse stato la sospensione dell’attività per determinati periodi dell’anno: 25,3 miliardi nel 2020 e 25,6 nel 2021.

La linea rossa rappresenta invece l’andamento dei valori effettivi come stimati per il 2020 e per il 2021 che tiene quindi conto anche della riduzione del payout, dell’aumento della tassa sulle vincite, dell’introduzione della tessera sanitaria, del probabile sviamento della clientela a causa della prolungata chiusura, delle prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale.

La riduzione della raccolta (rispetto al 2019 anno PRECOVID) causata unicamente dalla sospensione dell’attività sarebbe stata del 45%.

A partire dal 2020 si sono verificati altri fattori (riduzione del payout, aumento della tassa sulle vincite, introduzione della tessera sanitaria, probabile sviamento della clientela a causa della prolungata chiusura, le prescrizioni sanitarie da osservare anche in caso di apertura delle sale) che hanno concorso a ridurre la raccolta che stimiamo essere diminuita di quasi il 60% (60% nel 2020 e 59% nel 2021).

Di conseguenza si può ipotizzare che il peso degli «ulteriori fattori» sia pari a circa il 14% della raccolta PRE-COVID.

L’impatto dei molteplici fattori negativi sul comparto

Il fatturato del comparto insieme al numero degli occupati rappresentano dei parametri sintetici che possono essere utilizzati per rendersi immediatamente conto delle tendenze economiche in atto per il settore.

Se si eccettuano i dati del fatturato relativi all’anno 2018, tutte le restanti informazioni nella tabella sono frutto di stime. Si tratta di valutazioni prudenziali, ma che si ritengono estremamente significative.

Si noti come a fronte di una pesante riduzione del fatturato del settore, che arriva a sfiorare il 60% nel periodo 2018–2021, si assista a una riduzione dell’occupazione attorno al 15%.

Il calo del fatturato esprime in maniera evidente la drammaticità del biennio 2020–2021 vissuto dagli operatori del gioco lecito.

Il crollo dell’occupazione è rilevante (si tratta di una riduzione a 2 cifre), ma inferiore, a quello del margine del settore.

Le spiegazioni vanno senz’altro ricercate negli interventi governativi che hanno tamponato il crollo occupazionale sia prevedendo il blocco licenziamenti che l’ampliamento degli ammortizzatori sociali), ma potrebbero anche trovarsi in un calo ulteriore di occupazione non ancora espressosi.

sb/AGIMEG