Si è svolta questa mattina il webinar “L’impatto del gioco d’azzardo sui territori” promosso da Avviso Pubblico e Regione del Veneto. Tra i relatori c’erano Claudio Forleo, responsabile Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico, Marco de Pasquale, Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico e Massimo Masetti, referente di Avviso Pubblico sul tema azzardo.
Ha aperto i lavori Claudio Forleo dicendo che: “Nel 2024, si stima che siano stati giocati oltre 160 miliardi di euro, con perdite per i giocatori superiori ai 20 miliardi. Lo Stato incassa circa 10 miliardi l’anno, mentre il gioco illegale genera un fatturato stimato di oltre 20 miliardi. Inoltre, almeno mezzo miliardo di euro l’anno viene riciclato nel circuito del gioco legale. Si contano circa 1,5 milioni di giocatori problematici, ai quali si aggiunge un numero analogo di persone in una situazione “borderline”.
Nel corso del webinar ha preso la parola Marco de Pasquale che ha dichiarato: “I giudici dicono che per i Comuni c’è un vero e proprio obbligo per intervenire e limitare il gioco poiché esso è considerato pericoloso. L’intesa del 2017 prevedeva una serie di misure che sono state largamente inattuate e tra di esse c’era la sospensione del gioco di 6 ore, ma noi sappiamo che i Comuni hanno adottato misure più stringenti e sono state avallate dalla giurisprudenza amministrativa poiché l’Intesa non ha valore giuridico”.
“Sull’effetto espulsivo del distanziometro ci sono tanti ricorsi degli operatori che sollevano problematiche di dislocazione, ma secondo la giurisprudenza l’importante è che ci sia qualche area anche qualora fossero poche. Il rapporto tra distanziometro e gioco online è ovviamente più complesso poiché ci sono interrogativi sull’efficacia di questo strumento nell’epoca digitale. Su questo vorrei aggiungere uno studio effettuato sul Piemonte in cui uno dei punti che emergeva era quello che nei territori dove erano state poste limitazioni al gioco fisico, la raccolta sui canali online restavano più bassi. A mio avviso è un qualcosa che va considerato”.
“Per fare regolamenti e ordinanze a prova di Tar, uno degli aspetti importanti è quello di compiere un’attività istruttoria che raccolga i dati più importanti sul fenomeno nel territorio.
Successivamente è intervenuto Massimo Masetti, referente di Avviso Pubblico sul tema azzardo, che ha detto: “Ormai nessun operatore ha la sede legale in Italia, ma sono diventati tutti multinazionali dell’azzardo con sedi all’estero”.
“In Italia ci sono 18 milioni di conti gioco attivi. Ogni secondo in Italia avvengono 554 azioni d’azzardo, ovvero l’acquisto di un Gratta e Vinci, una scommesse ecc. Siamo quarti nel mondo e primi in Europa per distacco e se rapportiamo gli stipendi col giocato siamo primi nel mondo. Dal 2004 al 2024 la raccolta cresce in modo esponenziale, al contrario di quanto accade al gettito erariale. La raccolta è cresciuta del 600%, mentre gli incassi dello Stato sono aumentati del 51%. Quindi c’è un forte stimolo a far giocare gli italiani senza trovare un adeguato riscontro per le entrate erariali. Questa tendenza peggiorerà perché il gioco online crea un gettito molto inferiore rispetto a quello fisico”.
“L’ADM dichiara anelastica la domanda d’azzardo in Italia, ma noi abbiamo visto che non è così poiché non tutti coloro che, in mancanza dell’offerta legale, si rivolgono a quella illegale. Anzi, sono la minor parte”.
“Per quanto riguarda la regione Veneto l’aumento della raccolta è del 36% dal 2021 al 2023. La provincia dove si registra la crescita maggiore è Verona. Questa regione si piazza all’undicesimo posto tra le regioni italiani per volumi di gioco fisico, mentre è ultima per i volumi di gioco online. In Veneto la media del giocato è di circa 1.650 euro e Rovigo è la provincia dove si gioca di più: circa 2.200 euro pro capite”.
“Sull’online la legge di riordino è stata già approvata. Ci sono tanti aspetti negativi, mentre quelli positivi sono davvero pochi. Il primo punto messo dal Mef è l’invarianza delle entrate erariali e ciò significa aumentare il giocato per mantenere lo stesso livello di gettito poiché l’online ha un’imposizione molto più bassa. Inoltre, lo Stato ha preso la totale competenza di questa materia, precludendo qualsiasi azione agli enti locali e regioni. Inoltre, è stato soppresso l’Osservatorio sul Gioco d’Azzardo”.
“Per quanto riguarda il gioco fisico, l’invarianza delle entrate per lo Stato è uno dei punti fondamentali. Invece, uno dei nodi è il distanziometro. La proposta è quella di azzerare la distanza per gli esercizi certificati, mentre 200 metri per gli esercizi non certificati. In più, vengono ridotti ai minimi termini i luoghi sensibili proponendone solo 2: scuole superiori e servizi di dipendenza. La normativa nazionale prevederebbe quindi il superamento delle leggi regionali e quindi si potrebbero riaprire punti gioco in luoghi dove ora non sarebbe possibile”.
“La compartecipazione al gettito erariale per le Regioni sarebbe una cosa assai negativa poiché potrebbe creare, per questi enti, la stessa dipendenza che ha il bilancio statale per le entrate da questo settore. In questo modo, nessuno limiterebbe più questo fenomeno.
Le fasce di chiusura sarebbero una presa in giro poiché andrebbero a colpire gli orari meno frequentati, ovvero quelli al primo mattino, e viene ribaltato lo schema e al posto di avere 16 ore di chiusura sarà possibile avere in funzione le slot per 16 ore se si tratta di un esercizio certificato“.
Le nuove frontiere dell’azzardo sono le criptovalute, le loot boxes e il trading online. Le prime sono molto note e tante persone investono senza conoscere l’argomento. Le loot boxes sono all’interno dei videogiochi e introducono dei meccanismi che potenzialmente sono propedeutiche ad entrare nel mondo dell’azzardo. Infine, c’è il trading online. Non voglio demonizzarlo poiché ci sono professionisti che, in base alle loro conoscenze, fanno operazione con la massima consapevolezza. Tuttavia il 78% di chi fa queste operazioni perde dei soldi perché lo fa senza avere le basi necessarie”.
“Credo che per quanto riguarda il gioco si debba fare una legge di riordino che metta al centro la salute delle persone. Va ridotta l’offerta sia in termini numerici sia in termini di pericolosità dei giochi. Credo che gli impianti di deroga e proroga debbano finire e tornare alle concessioni reali che siano in funzione per il tempo previsto dai bandi. Infine, vorrei che si riportasse l’idea che giocare d’azzardo è pericoloso e non un qualcosa che fa parte della nostra quotidianità. L’azzardo è possibile, non siamo proibizionisti, ma tutti devono sapere che è una cosa pericolosa e che tutti i giocatori sono costruiti affinché il banco vinca”. ac/AGIMEG