“Oggi il settore del gioco pubblico è ad un bivio. A seguito dell’impatto del Coronavirus, è giunto il momento di ripensare il mercato, seguendo un equilibrio tra la tutela del comparto economico, che non va demonizzato, e la tutela della salute pubblica”. E’ quanto ha dichiarato Claudio Forleo, Giornalista e Responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico, nell’ambito del festival ‘Narrare le mafie’ promosso dall’Osservatorio permanente per la legalita’, che oggi si è focalizzato sul gioco d’azzardo e le infiltrazioni mafiose. “Prima ancora di emanare una legge quadro nazionale, che è fondamentale per un settore così importante e che tanto si è ampliato negli ultimi anni, è necessario fare prevenzione, attraverso formazione e informazione. Non stiamo parlando di proibizionismo, ma di ridurre l’offerta di gioco. Inoltre la collaborazione europea deve essere fondamentale per contrastare il gioco online, che negli ultimi anni è cresciuto più di quello fisico”.
Per Forleo “il settore legale va tutelato e difeso, ma gli interessi mafiosi in questo comparto sono molto liquidi, nel senso che variano dal settore legale – attraverso prestanomi a cui intestare sale gioco e sale bingo, o attraverso l’alterazione degli apparecchi da intrattenimento – a quello propriamente illegale, che nonostante la liberalizzazione iniziata alla fine degli anni 90 è sempre rimasto vivo. Non è un caso che in tutte le inchieste sulle mafie condotte dalla Guardia di Finanza salti sempre fuori un filone sul gioco d’azzardo. Di fatto esiste un mercato clandestino di scommesse illegali parallelo al circuito legale. Il fenomeno del gioco illegale è particolarmente evidente nell’online, che viene sfruttato attraverso i ctd, su piattaforme collegate all’estero, gestite da soggetti senza concessione e autorizzazione, che operano o collegandosi a bookmaker esteri – autorizzati grazie a licenze rilasciate in altri Paesi – o ad operatori completamente illegali”.
“Indubbiamente il settore del gioco ha aumentato la possibilità delle mafie di riciclare denaro, anche perché il comparto ha un alto profitto e un basso rischio, ecco perché le mafie sono tanto interessate all’azzardo. I dati della GDF evidenziano come nel 2018 in Italia la criminalità organizzata, aggirando le disposizioni di legge, abbia raccolto 4,5 miliardi di euro di giocate”.
“Il settore del gioco legale quindi non va demonizzato, ma ogni ragionamento sul gioco non può ruotare sempre attorno al gettito erariale. Viceversa, nelle ultime legislature si è puntato prevalentemente a garantire un corposo gettito erariale, che lo scorso anno è stato pari a 11 miliardi di euro. Lo stesso aumento di tassazione su Slot e Vlt è stato spacciato talvolta come misura antiazzardo – aumentando le tasse si pensa di limitare l’uso degli apparecchi e quindi il gioco patologico – in realtà non è così, non si fa che aumentare la dipendenza delle casse dello Stato al gettito erariale derivante dal gioco”.
Ma cosa aspettarsi dopo la fine della pandemia? “I regolamenti, le ordinanze e i distanziometri sono tanto più efficaci quanto più si riescono a mettere attorno a queste normative importanti i temi della formazione e dell’informazione sul fenomeno. Chi ha sviluppato una dipendenza non si fa certo limitare dalla distanza o da limiti orari, le regole hanno effetto solamente su chi già gioca in modo sano. L’effetto del Covid porterà inevitabilmente ad un abbattimento della raccolta del gioco fisico nel 2020, a causa della chiusura di sale scommesse, bingo e anche slot nei bar, mentre è probabile un incremento del gioco online. Forse non c’è stata la temuta migrazione di massa dal fisico all’online, ma molto probabilmente ci sarà un ulteriore aumento delle giocate via internet, proseguendo un trend di crescita già iniziato negli scorsi anni. Ad oggi, infatti, un terzo della raccolta totale del gioco in Italia arriva dall’online e prevediamo un ulteriore aumento”, ha concluso Forleo. cr/AGIMEG