Vullo (Kogem): “Calo nella raccolta delle scommesse. Il cambiamento in atto nel settore non sempre equivale a crescita”

In un contesto normativo in profonda trasformazione, il settore delle scommesse legali in Italia sta attraversando una fase delicata, segnata da segnali di rallentamento che preoccupano non solo gli operatori, ma anche chi si occupa di regolazione e tutela del gioco pubblico. A lanciare l’allarme è Salvatore Vullo, fondatore di Kogem, che in in un post su Linkedin analizza i recenti dati sulla raccolta, in flessione sia nel canale fisico che online, e solleva interrogativi urgenti sulle conseguenze – spesso sottovalutate – delle nuove misure restrittive.

“Da alcuni mesi si registra un trend leggermente negativo nella raccolta delle scommesse legali. Un segnale che, secondo molti operatori del settore, evidenzia come le trasformazioni in corso stiano iniziando a produrre effetti tutt’altro che positivi, soprattutto per coloro che hanno sempre operato nel rispetto delle regole e del quadro normativo vigente.

Nel mese di marzo – sottolinea Vullo -, il volume di gioco relativo alle scommesse a quota fissa – sia in agenzia che online – ha registrato un calo del 3,7%. Un dato che, se confrontato con lo stesso mese del 2024, evidenzia una flessione ancora più marcata, vicina al 6%.

La domanda cruciale è: questo calo rappresenta il raggiungimento di un obiettivo auspicato – come la tutela del giocatore, la riduzione del gioco patologico o un maggior risparmio per le famiglie – oppure è l’indicatore di un fenomeno ben più preoccupante, ovvero la migrazione verso il gioco illegale? Un’ipotesi che prende piede tra gli addetti ai lavori, preoccupati per l’ascesa di un mercato parallelo che potrebbe attrarre, spesso inconsapevolmente, giocatori provenienti dal circuito legale.

Va inoltre sottolineato che molte delle restrizioni previste non sono ancora state implementate. Tra queste, l’introduzione del nuovo bando online, che impatterà in particolare sulla fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, sui tutti i giocatori tramite una serie smisurata di limitazioni, e il limite settimanale di 100 euro di ricarica sui PVR (si attende oggi la decisione del Consiglio di Stato). Misure che, secondo gli esperti, porteranno a un ulteriore e significativo calo della raccolta.

Non sembra – avverte Vullo –  tuttavia essere stata considerata con sufficiente attenzione l’eventualità di una migrazione verso piattaforme non autorizzate, prive di qualsiasi garanzia di tutela per i giocatori. Chi sarà responsabile, qualora tale rischio si trasformasse in realtà?

Il dado è tratto. Nei prossimi mesi i dati parleranno chiaro: se la raccolta dovesse calare accompagnata da una riduzione del gioco patologico, si potrà parlare di un successo delle nuove politiche. In caso contrario, si profilerebbe un fallimento clamoroso, con un aumento dei giocatori a rischio e un ampliamento del business legato alla criminalità organizzata”, conclude Vullo. lp/AGIMEG