dai nostri inviati – Nel secondo giorno della 37esima edizione di Enada presente anche Salvatore Vullo, titolare di Kogem – una delle più importanti aziende di consulenza – che ha rilasciato un’ intervista esclusiva ad Agimeg in cui ha parlato delle criticità del gioco online.
Tra gli operatori presenti all’Enada si percepisce molta preoccupazione per alcune criticità sulla nuova gara per le concessioni del gioco online?
“Le criticità sono quelle già emerse nei giorni passati ma oggi sono più consolidate rispetto a prima, perché ti confronti con i concessionari e i quesiti sono sempre quelli. A prescindere dalle problematiche di cui abbiamo sempre parlato, di natura fiscale, costi, bando, oggi tutto è concentrato più che altro su quelle che sono le modifiche importanti sul sistema di gioco, su quella che sarà la nuova parte tecnologica. Diciamo che sono situazioni che stanno bloccando tutta una serie di iniziative di acquisizioni ed eventuali possibilità di partecipare al bando, perché avere delle risposte in un momento come questo, a ridosso della data in cui si dovranno cominciare a presentare le offerte, è fondamentale per gli operatori capire se aderire o no, come muoversi nel mercato e se andare ad investire all’estero. Significa anche una grossa perdita per lo Stato, che forse oggi è stata sottovalutata”.
Sono state fatte delle scelte che per diversi operatori penalizzeranno non poco il mercato
“Sicuramente, perché sono stati fatti dei calcoli insieme ai concessionari. Ancora si attende la sentenza per quanto concerne il PVR- dei 100 euro settimanali – decisione che potrebbe avere un impatto importante che andrebbe ad incidere anche sull’80/85% della rete dei Punti Vendita Ricariche, perché questa è anche la percentuale delle ricariche che vengono fatte cash. Criticità ci sono anche per quanto riguarda il discorso dei ragazzi tra 18 e 24 anni. Ben vengano degli interventi per tutelare il gioco dei giovani in quella fascia di età, però vorrei capire – visto che di risposte non ne ho avute da nessuno e nemmeno da psicologi che ho interpellato direttamente – se determinate scelte porteranno ad una potenziale migrazione di questi giocatori su piattaforme del tutto illegali. Ho sempre detto, parliamo di limitazioni, un bando di 7 milioni su una raccolta fatta quando non c’erano limitazioni, rispetto ad ora, è un bando che dovrebbe rivedere il costo di entrate nel nuovo mercato dell’online”.
Quindi pensi che limitando il lavoro dei PVR la concessione dovrebbe avere un costo diverso?
“Non solo, vedrai che ci sarà il ribasso della raccolta e ci sarà un aumento esponenziale dell’ illegalità. Ho sempre evidenziato il grande lavoro di ADM e Sogei, che hanno creato tutta una serie di situazione, anche dal un punto di vista tecnologico che hanno portato ad una serie di migliorie. Tanti anni fa non c’era la tecnologica che c’è oggi. Tu andavi a fare il controllo nelle sale e nei punti. Oggi la tecnologia c’è e purtroppo molti la utilizzano a fini illegali, cosa che rende più complicato andarli a scovare. Quindi anche in questo caso ci sarà un impatto devastante a causa di quanto previsto nel bando di gara”.
Visto che siamo in tema di gioco, ti chiedo di fare una scommessa: che mercato del gioco online vedremo nei prossimi mesi?
“Le varie sentenze, per quanto riguarda i PVR, mi pare abbiano detto che siamo andati ben oltre quella che è la normativa attuale, quindi tutelerei di più il PVR per evitare che ci sia anche un crollo delle entrate radiali. Dovrebbe essere un interesse comune: Stato e operatori. Da un altro punto di vista, il 7 maggio la vedo come una data molto particolare, perché è a ridosso della data di scadenza del 30 maggio per presentare le offerte di gioco. Tutti i concessori dovrebbero prepararsi a presentare l’offerta di gioco, ma con tutta una serie di criticità che sono impattanti. Come la criticità delle garanzie: oggi già un bando non è 7 milioni, ma 7 milioni più 3 milioni e mezzo. Le garanzie assicurative non le vuole fare quasi più nessuno. Il ché significa che stai togliendo la possibilità al medio concessionario, che voleva partecipare, di togliere un budget di 3 milioni e mezzo. Il 50% di quello che è il costo della concessione. Sono riflessioni che fa anche un bambino. Sarà uno stravolgimento se dovesse andare avanti così, con una diminuzione di quelli che sono i concessionari, ma anche delle entrate per le casse dello Stato che non saranno di certo i 350 milioni di euro previsti. Staremo a vedere quante società parteciperanno e quante concessioni verranno acquistate. È quella la questione“.
lp/AGIMEG