Gli uffici delle Pubbliche amministrazioni sono chiamati a svolgere un importante ruolo nel sistema italiano di prevenzione del riciclaggio fin dal 1991 tramite gli obblighi di identificazione e di segnalazione di operazioni sospette. “Questo numero dei Quaderni dell’Antiriciclaggio dedica un approfondimento al contributo della Pubblica amministrazione all’azione di prevenzione del riciclaggio anche al fine di accrescere l’attenzione sul tema e di estendere alla più ampia platea possibile il contributo che l’Unità ha cercato di fornire attraverso numerose iniziative di formazione a vantaggio di uffici pubblici nell’ambito della pluriennale azione di sensibilizzazione già svolta”. E’ quanto sottolineato dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia.
“Gli obblighi antiriciclaggio coinvolgono numerose categorie di soggetti, che sono prese in specifica considerazione per via del ruolo fondamentale svolto nella gestione e nel trasferimento di risorse finanziarie all’interno del sistema economico. Il diretto coinvolgimento nei processi di trasferimento delle risorse finanziarie pone tali operatori nella condizione di intercettare provenienza e destinazione dei flussi generati nel sistema economico”, si legge nel testo.
Tra questi soggetti troviamo anche “revisori contabili; altri operatori che svolgono attività ritenute suscettibili di essere utilizzate a fini di riciclaggio (recupero di crediti per conto terzi, custodia e trasporto di denaro contante, titoli o valori con o senza l’utilizzo di guardie giurate, agenzia d’affari in mediazione immobiliare, gestione di case da gioco); soggetti che offrono – attraverso la rete Internet e altre reti telematiche o di telecomunicazione – giochi, scommesse o concorsi pronostici con vincite di denaro”.
“Ulteriori strumenti elaborati e diffusi dalla UIF, che possono essere valorizzati anche dagli operatori pubblici per l’individuazione delle operazioni sospette, sono i modelli e gli schemi rappresentativi di comportamenti anomali, le comunicazioni e i quaderni sulle casistiche. I modelli e gli schemi, in particolare, esemplificano prassi e comportamenti anomali ricorrenti e diffusi riscontrati dall’Unità con riguardo a determinati settori di operatività o a specifici fenomeni riferibili a possibili attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, mettendo in correlazione particolari sequenze logico-temporali di fatti e comportamenti che l’esperienza porta a ricondurre a determinati fenomeni criminali”, aggiunge.
“Fino a oggi sono stati adottati dall’Unità schemi e comunicazioni in materia di: imprese in crisi, conti dedicati, frodi informatiche, frodi carosello, abuso di finanziamenti pubblici, frodi nell’attività di leasing, usura, frodi nell’attività di factoring, frodi fiscali internazionali e frodi nelle fatturazioni, giochi e scommesse, anomalo utilizzo di trust, operatività con carte di pagamento, utilizzo anomalo di valute virtuali, operatività over the counter – società estere di intermediazione mobiliare, cessione di crediti fiscali fittizi e altri indebiti utilizzi”, sottolinea. cdn/AGIMEG