Legge Gioco Lazio, Simeone (FI) ad Agimeg: “La vera lotta alla ludopatia non si calcola in metri”

A settembre entrerà in vigore la nuova legge della regione Lazio che inserirà il distanziometro e ulteriori misure per contrastare i disturbi del gioco patologico. Nello specifico, con questa normativa sarà stata “vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate ad un raggio inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto” Con la retroattività, la legge sul gioco pubblico nel Lazio di fatto avrà un effetto espulsivo del gioco dai centri urbani, con gravissime ricadute in termini occupazionali, imprenditoriali, sociali e di sicurezza.

Vietata anche la promozione e la pubblicizzazione di “qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco che prevedono vincite in denaro. E’, altresì, vietata la concessione di spazi pubblicitari istituzionali e l’attività di comunicazione istituzionale, per pubblicizzare i giochi che prevedono vincite di denaro”. E’ proprio questo l’argomento che il capogruppo regionale di Forza Italia nel Lazio, Giuseppe Simeone, ha affrontato in un’intervista rilasciata ad Agimeg.

A settembre entrerà in vigore la Legge Regionale sul gioco nella Regione Lazio che eliminerà circa il 90% delle attività di gioco pubblico fuori dalle città. Cosa ne pensa di tale normativa che avrà un fortissimo impatto su imprese ed occupazione (sono circa 15.000 le persone, con relative famiglie, impegnate nel Lazio in questo settore)?

“Come noto Forza Italia ha lavorato alacremente per dare risposte al settore del gioco legale pubblico ed in particolar modo per evitare un ulteriore contraccolpo, oltre a quello durissimo subito come tutte le altre attività a causa della pandemia, al comparto ed in particolar modo alle imprese e ai lavoratori che vi operano. Grazie al nostro voto ad agosto dello scorso anno è stato approvato il sub emendamento, al cosiddetto Collegato al bilancio 2021, presentato dalla giunta regionale che prevedeva una proroga di 12 mesi, rispetto a quanto previsto nella proposta di legge in esame, del termine per adeguarsi a quanto stabilito dalla normativa regionale vigente in materia. Avremmo, come dimostrano i tanti emendamenti presentati a nostra firma, voluto fare molto di più convinti più che mai che dove non ci sono garanzie per il gioco legale non ci sono occupazione, ci sono famiglie abbandonate a se stesse e imprese che stentano a sopravvivere. Ma soprattutto ci sono illegalità e deriva sociale”.

Non crede sarebbe più opportuno attendere la Legge di riordino nazionale del settore, che il sottosegretario al MEF Federico Freni ha già presentato al Governo, prima di far entrare in vigore tale normativa regionale?

“Il riordino a livello nazionale, oggi in bozza, è auspicato da tutti soprattutto in un’ottica di uniformazione delle norme evitando che ogni Regione si muova in modo autonomo. Certo, i tempi non sono brevissimi. Stando quanto appreso, infatti, il disegno di legge delega illustrato in gennaio dal sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze, Federico Freni, potrebbe vedere la luce non prima di un anno. Per quanto ci riguarda la vera lotta alla ludopatia non si misura in metri, nello specifico quelli del cosiddetto distanziometro, ma su atti in grado di entrare nel merito della problematica definendo il metodo migliore per prevenirla. Spostare di qualche metro le slot non è un deterrente per chi ha “il vizio” del gioco che, come tutte le persone affette da dipendenze, troverà modo di raggiungerlo a prescindere. La nostra mission prioritaria attuare tutte le soluzioni possibili per tutelare il gioco lecito e ridurre al minimo il ricorso a quello illegale che è il vero cancro che dobbiamo rimuovere e curare perché ha ripercussioni terribili e devastanti non solo sulla persona che ne è dipendente ma anche sulle famiglie e nel relativo contesto sociale e lavorativo”.

In molti temono, come prospettato anche dal Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero De Raho e da indagini di varie Università ed Istituti, che togliendo spazio alle attività di gioco legali si favorirà un aumento dell’illegalità anche nella Regione Lazio

“Quello che molti “temono” per noi non è altro che una lucida fotografia di quello che accadrà se non si procede al riordino organico del settore. Si sta affrontando il problema del gioco d’azzardo patologico in modo sbagliato. I risultati in tal senso si ottengono mediante la prevenzione non reprimendo o rimuovendo il problema. Il gioco pubblico legale non è il nemico ma è un valido alleato in questa lotta alla patologia. Se non si spezza il pregiudizio generalizzato di base che spesso prende il sopravvento in questi casi andremo incontro a provvedimenti normativi inutili e dannosi. Dove ci sono le regole, quando il recinto normativo all’interno del quale muoversi è costruito in modo oculato, per l’illegalità lo spazio di azione è marginale”. cdn/AGIMEG