‘Corriere della Sera’, Schiavolin (Ad Snaitech): “Ecco come sarà la nuova Snai all’inglese. In Italia stretta proibizionistica sul gioco potrebbe peggiorare la situazione”

“Entro l’estate ci sarà il closing dell’operazione. Nel frattempo apriamo il ‘cantiere’ del piano industriale aggregato, che probabilmente presenteremo in un investor day nel comprensorio dell’ippodromo di San Siro”. E’ quanto ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, Fabio Schiavolin, che continuerà a essere l’ad di Snaitech dopo l’acquisizione da parte del gruppo inglese Playtech. Il piano strategico verrà completato “forse in autunno. La cosa importante è che il nuovo proprietario porta nell’operazione un alto valore sinergico, in termini di ricavi più che di costi. Playtech è un gruppo internazionale che capitalizza 2,5 miliardi di sterline ed è un operatore industriale che sviluppa software e contenuti di giochi. E’ attivo soprattutto nel mercato B2B, noi invece siamo leader in Italia nel campo del gioco legale, online e non, da scommesse sportive alle slot machine. L’integrazione è evidente. Playtech, che opera in 17 Paesi, ha scelto noi come prima grande operazione nel B2C per il gruppo”. Per Schiavolin è un “buon risultato per il Paese un investimento proveniente dall’estero”, e sul fatto di sentirsi ‘inglesi, l’Ad afferma che “la conferma mia e del team di guida della società è la risposta migliore”.
Schiavolin traccia poi un quadro del mercato dei giochi nel nostro Paese: “L’Italia è nel settore tra i primi mercati a livello internazionale. Nel 2017 i ricavi lordi hanno superato i 100 miliardi di euro. La regolamentazione italiana è ritenuta molto forte ed è considerata un esempio sia in Europa sia in America Latina. Lo Stato compie tutti gli sforzi per sottrarre spazio alla criminalità, al riciclaggio e all’evasione fiscale. C’è il massimo controllo sulla filiera fino ad arrivare ad applicare le best practice per limitare fortemente la ludopatia. Abbiamo ridotto l’offerta di slot machine quando il Governo lo ha deciso. La reputazione del settore soffre della persistenza di zone grigie o nere, che anche noi combattiamo, tuttavia ritengo che una stretta proibizionistica potrebbe peggiorare la situazione”.
Come prefigurate il futuro degli impianti ippici che avete in portafoglio? “Noi deteniamo partecipazioni in Roma Capannelle e Pisa San Rossore, dove ci occupiamo della gestione, e siamo proprietari degli ippodromi di galoppo e trotto (La Maura) di San Siro e del trotto di Montecatini Terme. L’unica area che pensiamo di cedere a Milano è l’ex ippodromo di trotto abbandonato da anni, 15 ettari sui 150 del comprensorio. Intendiamo rilanciare l’ippica a San Siro, vogliamo riportare la città ad amare l’ippodromo come una volta”, ha concluso Schiavolin. lp/AGIMEG