Sono stati consegnati a Bolzano i diplomi del 9° “Master in psicologia delle nuove dipendenze” realizzato dalla Siipac (Società italiana d’intervento nelle patologie compulsive). Tra le tesi finali, una dedicata ai giocatori compulsivi, la cui autrice, Ivana Tagliafico, è una psicoterapeuta che lavora sul campo, ovvero per conto di un gestore di sale giochi, e ha potuto osservare i giocatori nell’ambiente nel quale vivono la loro passione che a volte si trasforma in patologia.
“Ho potuto studiare il loro comportamento” dice Tagliafico “con un vantaggio rispetto a chi li incontra durante una terapia, quindi in un contesto di cura. E ho potuto indagare meglio le ragioni che possono indurre alla compulsività. Ho chiesto ad alcuni di loro di sottoporsi a un test anonimo dal quale ho potuto ricavare una corrispondenza tra l’approccio al gioco e il profilo della personalità. È risultato evidente come le persone che manifestano un’inclinazione alla dipendenza o, comunque, a un gioco compulsivo, rivelano in fase di test delle carenze o degli scompensi nella personalità. Questo vuol dire che si può mettere a punto uno strumento per individuare i soggetti più fragili o più predisposti a un rapporto squilibrato con le proprie passioni. Perché individuato un problema di questo tipo, bisogna considerare il rischio di dipendenza non solo nel gioco ma anche in altre attività, più o meno a rischio”.
Le “nuove dipendenze” alle quali è dedicato il master Siipac riguardano, oltre al gioco, lo shopping compulsivo, Internet, il sesso, i legami affettivi e la tecnologia.
“Quella della dipendenza da gioco è una patologia sottovalutata a lungo” dice Cesare Guerreschi, fondatore della Siipac e direttore scientifico del master “nonostante il fenomeno sia presente da sempre, ben prima che il gioco venisse liberalizzato, nel 2000: io me ne occupo già dal 1990. Ma oggi la politica sembra avere perso la bussola e anche alcune cose buone che erano state fatte negli anni scorsi sono state cancellate per una sorta di guerra di religione che si riduce a provvedimenti proibizionistici, notoriamente dannosi per i giocatori patologici”. gpm/AGIMEG