Distanziometro, possibile effetto espulsivo per le attività di gioco a Reggio Emilia. Consiglio di Stato prescrive istruttoria al Comune

Il titolare di una sala giochi ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che aveva confermato la legittimità del provvedimento del Comune di Reggio Emilia con cui si stabiliva la chiusura o la delocalizzazione dell’attività poiché non rispettava la distanza minima da un luogo sensibile.

Il Collegio precisa che “la parte appellante assume in particolare che la delocalizzazione della propria attività sarebbe stata in concreto impossibile e che comunque le possibili localizzazioni alternative sarebbero state non idonee commercialmente. In proposito, contesta la decisione del Giudice di I grado, che ha escluso l’effetto espulsivo sulla base di una verificazione disposta in corso di giudizio, verificazione che sarebbe pervenuta a risultati non veritieri, come da una propria perizia di parte depositata successivamente”.

La ricorrente – difesa dagli avvocati Luca Giacobbe e Matilde Tariciotti – ha sottolineato che “nel periodo rilevante, ovvero nel periodo in cui la ricorrente in quel giudizio avrebbe potuto presentare un’istanza di delocalizzazione, era vigente in Comune di Reggio Emilia una disciplina urbanistica che congiuntamente alla volontà di quel Comune di non stipulare accordi operativi con le imprese interessate, precludeva completamente la delocalizzazione stessa e quindi determinava “una situazione peculiare in cui l’effetto espulsivo non è determinato dal cosiddetto “distanziometro”, ossia la necessaria distanza di almeno 500 metri dell’attività di gioco dai luoghi sensibili individuati dal Comune, ma dalla situazione urbanistica presente nello stesso Comune congiuntamente alla sua volontà di non addivenire alla stipula di accordi operativi”.

“Il punto ad avviso del Collegio è rilevante, dal momento che la normativa citata, della quale peraltro la sentenza T.a.r. Emilia Romagna Parma non fornisce gli esatti estremi identificativi, sarebbe potenzialmente in grado di smentire le conclusioni cui è giunto il Giudice di I grado nel senso di escludere l’effetto espulsivo“.

Il Collegio ritiene quindi necessaria istruttoria in proposito e prescrive al Comune di Reggio Emilia, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione o notificazione di quest’ordinanza, di presentare una relazione in cui: a) indichi precisamente, allegandone copia, gli atti ovvero provvedimenti di disciplina urbanistica dai quali sarebbe derivato l’effetto di cui sopra, ovvero l’effetto di impedire la delocalizzazione dell’attività per cui è causa per effetto della necessità di stipulare accordi operativi e, di contro, della non volontà del Comune di procedervi; b) precisi il periodo di tempo in cui questa disciplina ha avuto in generale giuridica efficacia; c) dica se essa abbia impedito l’accoglimento di eventuali istanze di delocalizzazione presentate dalla parte appellante; d) dica quant’altro ritiene utile ai fini di giustizia. ac/AGIMEG