“Va chiarito un concetto: in Italia, come nel resto del mondo, esiste il gaming, il quale va regolamentato anch’esso, poiché c’è un margine molto labile tra gaming e gioco d’azzardo. Purtroppo, in Italia abbiamo da sempre un’idea negativa del gioco per vari motivi. Da sempre quando si parla di gioco c’è una sorta di diffidenza rispetto a ciò che rappresenta. Ciò significa che è molto difficile fare capire all’opinione pubblica che ha tanto aspetti positivi: è un settore economico importante, dà tanti posti di lavoro e consente importanti prelievi fiscali, è una baluardo della legalità e, infine, offre divertimento. Non è sicuramente escluso che ci siano dei lati negativi, a partire dai problemi sanitari e dall’infiltrazione criminale, come accade per tutti i settori economici importanti”. È quanto ha detto Davide Diamare, Direttore dell’Ufficio Giochi Numerici e Lotterie dell’Agenzia Dogane e dei Monopoli, durante il seminario “Setting the scene – Everything you need to know about gambling, betting and Italy” all’European Association for the Study of Gambling.
“Negli ultimi 20 anni in Italia abbiamo provato a distinguere il gioco d’azzardo e il gioco legale, proprio per fare capire la differenza tra coloro che raccolgono gioco illegalmente e coloro che lo fanno con autorizzazione. Essendoci un aspetto culturale prevalente è tutt’ora difficile fare passare l’importanza di questo settore all’opinione pubblica. Il compito dell’Agenzia Dogane e dei Monopoli è quello di applicare e attuare le regole stabilite dal potere politico. Proprio per questo motivo, il legislatore italiano ha approvato la Legge Delega e ci sono alcuni punti di questa legge che vanno evidenziati: l’articolo che riguarda il riordino del mondo dei giochi parte che sottolinea la centralità del sistema concessorio e la contemperazione dei diversi interessi. Il legislatore quindi ha riconosciuto la necessità delle concessioni, ma anche il fatto che questi concessionari abbiano il ruolo primario di arrivare agli obiettivi di sicurezza che la legge si è posta. In questa logica, ci sono altre norme importanti che vanno nella direzione di rafforzare il ruolo e i requisiti che essi devono avere. Da una parte la legge richiede che ci siano dei requisiti molto forti oltre alla capacità tecniche che i concessionari devono garantire per operare in questo settore. D’altra parte, proprio perché i concessionari hanno questo ruolo così proattivo, è importante garantire una certezza per le loro attività anche dal punto di vista fiscale e normativo”, ha aggiunto.
“Ci sono altri due punti importanti: la prima è la necessità di concertazione con gli enti locali, poiché negli ultimi anni in Italia regioni e comuni hanno regolato in modo disordinato questo comparto; la seconda riguarda la disciplina dei controlli. Fino ad ora si è fatto il massimo per combattere l’illegalità, ma fino ad ora le armi non erano così affilate. Un ultimo punto che mi preme sottolineare, è l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che è oggetto dell’attenzione del decisore unionale. Come in tutte le discipline in cui prevale l’aspetto tecnico, è inevitabile che le leggi arrivino in ritardo rispetto alle innovazioni tecnologiche. Quindi, il compito di tutti quelli che si approcciano a questo settore deve essere un’analisi di rischio su cosa comporta usare l’IA. Chi è chiamato a gestire questi fenomeni deve fare un’analisi precisa proprio per consentire l’utilizzo di questi strumenti. Nel settore del gioco questi strumenti possono essere importanti sia come contrasto all’illegalità sia per offrire nuove esperienze ai consumatori. Per quanto mi riguarda, sono molto attento a queste evoluzioni e credo sia il futuro al quale dobbiamo rendere proprio per garantire al settore il giusto rilievo. L’Agenzia è sempre in prima linea per risolvere le problematiche e crede fermamente nell’importanza del settore sotto gli aspetti erariali, occupazionali e tecnologici”, ha concluso. ac/AGIMEG