Consiglio di Stato: “I limiti orari alle attività di gioco sono uno strumento di tutela della salute pubblica e non sacrificano eccessivamente l’interesse privato”

Il Comune di Formia ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per far riformare una sentenza del Tar del Lazio che aveva stabilito che l’Ordinanza sindacale con cui sono stati posti dei limiti orari  per le attività di gioco difettava di istruttoria e proporzionalità.

Il Consiglio di Stato ha però stabilito che “nella fattispecie in esame, invero, la previsione di una limitazione oraria mira inequivocabilmente a contrastare il fenomeno della ludopatia, inteso come disturbo psichico che induce l’individuo a concentrare ogni suo interesse sul gioco, in maniera ossessiva e compulsiva, con ovvie ricadute sul piano familiare e professionale, nonché con l’innegabile dispersione del patrimonio personale”.

In più, secondo i giudici di Palazzo Spada “la determinazione del Comune di Formia si è basata su un’adeguata istruttoria (come si è già veduto, i provvedimenti si fondano sui dati del SERT locale e su quelli della Unità operativa complessa salute mentale in relazione alle attività clinico assistenziali svolte a beneficio dei soggetti affetti da ludopatia, che evidenziano una crescita esponenziale del fenomeno) e su una equilibrata ponderazione dei plurimi interessi in gioco, senza mortificare l’iniziativa economica dei soggetti coinvolti: mediante la riduzione degli orari, viene limitata l’offerta di gioco senza, tuttavia, sacrificare eccessivamente l’interesse dei privati gestori delle sale da gioco, i quali possono usufruire di un’ampia fascia oraria per l’apertura al pubblico dell’esercizio (dalle ore 10.00 alle ore 20.00)”.

Per questi motivi è stato accolto il ricorso del Comune di Formia e ristabilita la validità dei limiti orari nel territorio comunale. ac/AGIMEG