“In questi anni abbiamo condotto una battaglia contro la Legge Regionale Piemonte del 2016. Indipendentemente dalla chiusure dovute al Covid, il Piemonte patisce questa vicenda da ormai troppi anni. Questa legge è stata un’assurdità, chi lavora in una sala scommesse ha gli stessi diritti degli altri lavoratori, ha una famiglia, dei figli, un mutuo, paga le tasse. Dove non ci sono i lavoratori del gioco legale, ci sono le mafie che stanno facendo i miliardi, si sta facendo un assist all’illegalità. Attraverso le normative nazionali avevamo cacciato via la delinquenza e l’illegalità, ma ora con la chiusura del comparto legale l’illegalità ritorna con i totem e i siti .com”. Lo ha detto Luca Cassiani, ex consigliere regionale del Piemonte, durante la manifestazione a Torino dei lavoratori del gioco legale.
“Togliamo inoltre gettito economico allo Stato, dato che le mafie non pagano le tasse. Le operazioni della Guardia di Finanzia evidenziano sempre più sequestri e persone arrestate. Tutti vogliamo ragionare di ludopatia, ma rendere un’attività lecita retroattivamente illecita è un obbrobrio giuridico, alcuni tribunali stanno arrivando a questa conclusione. Non è possibile che i lavoratori del gioco legale debbano chiudere per sempre e chiedere sussidi. Il gioco legale invece consente ai cittadini di giocare in modo responsabile. Tanti imprenditori seri hanno investito denaro negli anni per ottenere un guadagno minimo, considerando il prelievo del Preu. E’ una follia cancellare il gioco solamente perché qualcuno esagera a giocare. Spero che le parti politiche abbiano questa sensibilità per capire la situazione dei lavoratori del gioco. Lo Stato dovrebbe far partecipare gli enti locali al prelievo fiscale, altrimenti le regioni hanno meno sensibilità sul tema. In Europa chi lavora nel gioco legale non viene criminalizzato come in Italia”.
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