“Nella regione Lazio siamo di fronte ad un distanziometro che, con le sue caratteristiche urbanistiche, finisce per essere espulsivo. A Frosinone ad esempio è vietato al gioco il 99.7% del territorio: ne consegue che questa non è una regolamentazione, ma un divieto assoluto”.
E’ quanto ha dichiarato Geronimo Cardia, Presidente Acadi, durante la presentazione del manifesto del coordinamento ‘Alleati per la Legalità’.
“Da un divieto assoluto deriva un danno sul piano economico ed occupazionale nei confronti di una categoria creata dallo Stato che nel solo Lazio riguarda migliaia di lavoratori e centinaia di imprese”.
“Il divieto assoluto ha un impatto pesante anche su altri interessi pubblici, come in tema di illegalità, di mancato presidio del territorio, di minore gettito erariale, senza contare che non è proibendo il gioco che si risolvono le problematiche legate al profilo sanitario”
“Negli ultimi dieci anni il tentativo delle regioni è stato quello di porre un argine ad una problematica che esiste, ovvero il Gap, ma non ci si è accorti che i parametri urbanistici erano talmente ampi da porre in atto un divieto assoluto“.
“Alcune regioni come Puglia e Campania si sono ravvedute ed hanno fatto un passo indietro, mettendo in campo politiche attive di contrasto al Gap e riducendo il distanziometro, tutelando così le attività esistenti”.
“La riduzione dell’offerta del gioco sul territorio, prevista nel 2017, è già oggi una realtà. Ora la legge delega è all’attenzione del Cdm, poi dovrà avere i decreti delegati per essere operativa. Il direttore ADM, Marcello Minenna, ha ricordato che non possiamo perdere l’occasione di ricorrere alla tecnologia, che puo’ aiutarci molto nel contrasto al disturbo da gioco d’azzardo“.
“L’esercito degli operatori del comparto è a disposizione per continuare a dare il proprio contributo concreto al contrasto al DGA, a fianco dello Stato e delle Istituzioni locali e sanitarie. Servono solo stabilità e sostenibilità“.
“L’unica cosa che non può verificarsi è che prima che si compia efficacemente il percorso della Delega con l’applicazione di tutti questi principi, vengano nel frattempo banditi interi territori regionali per mere questioni urbanistiche non volute e dai riflessi così incoerenti rispetto allo scopo”.
“Ad agosto il comparto del gioco pubblico nel Lazio muore, rendendo inutile lo sforzo che verrà fatto a livello nazionale. La proroga deve assicurare che al comparto sia data la possibilità di operare finchè i decreti delegati avranno fatto chiarezza sulla materia. Gli operatori di gioco non possono fare programmazioni ed investimenti se l’orizzonte temporale è di pochi mesi”, ha concluso Cardia. cr/AGIMEG