“La risposta a Niklas Lindhal (di LeoVegas ndr) denota una scarsa conoscenza del comparto, ma nello stesso tempo punta il dito su un fenomeno comunque reale che è il rischio connesso al gioco d’azzardo. Come spesso capita a chi non conosce profondamente un settore economico, le soluzioni drastiche possono avere effetti imprevedibili”. E’ quanto ha risposto a Luigi Di Maio Daniele Toscano, co-fondatore di Oolixy, start-up impegnata nello sviluppo di piattaforme e software e di marketing tools per il gioco online. “Intanto c’è gioco e gioco e quindi c’è azzardo e azzardo: basso, medio e alto impatto. Poi c’è la grande differenza tra gioco che si svolge in locali e gioco che si può svolgere online. Più di ogni altra considerazione, vale però l’errore di mettere in parallelo tabacco e gioco. Il tabacco ha molteplici operatori, a cui è vietato fare pubblicità, ma un solo distributore che è il Monopolio di Stato per il tramite dei tabaccai. In Italia abbiamo molteplici produttori di gioco e altrettanti distributori” e lo stop alla pubblicità sul gioco avrebbe “effetti deleteri”.
“L’eliminazione della pubblicità, condivisibile o meno, non risolve minimamente il problema della ludopatia operando un semplice trasferimento endogeno tra operatori di gioco che non avranno il divieto di vendere, ma solo di esporre. Nella rete del gioco cadranno più o meno le stesse persone”, ha detto Toscano.
“A giugno lo Stato ha indetto un Bando per le licenze di gioco online e quando lo Stato indice un Bando i capitali e le imprese si muovono all’interno del concetto di ‘certezza del diritto’. Un nuovo operatore che non può pubblicizzare il prodotto non ha ragione di esistere. Se la decisione è quella di contrastare il dilagare del gioco, allora avreste dovuto operare in modo progressivo affinché il mercato potesse adeguarsi nell’arco di un determinato periodo di tempo. Così, d’improvviso, molte imprese torneranno ad operare fuori dai confini pubblicizzando il prodotto tramite canali visibili in Italia, ma non soggetti a legislazione italiana”.
Il rischio concreto è che “i consumatori giocheranno su siti stranieri con tutele molto spesso inferiori o nulle e senza gli accorgimenti sulla comunicazione già operati dai precedenti Governi. Il mercato e i capitali si adeguano velocemente e l’unica strada per salvaguardare gli investimenti, la salute dei cittadini e normare su un tema così complesso era ed è quello della negoziazione con tutti gli attori coinvolti. In questo caso, non mi sembra si sia concordato nulla: salteranno le regole del gioco” e si dovrà “correre ai ripari: non per il minor gettito erariale, ma per la deregolamentazione che si avrà”.
Toscano offre anche uno spunto di riflessione su alcune soluzioni plausibili: “vietare la pubblicità diretta, consentire la pubblicità indiretta solo a chi ‘accetta’ volontariamente di riceverla. Ridurre ulteriormente il numero di slot eliminando del tutto le VLT, introdurre l’obbligo della tessera sanitaria per tutti i giochi. Spostare il gioco fisico in locali deputati unicamente al gioco vietando l’ingresso ai minorenni e subordinando l’accesso alla tessera sanitaria”. In conclusione, “la decisione presa ex abrupto non è né l’unica né la più efficace ed un Governo dovrebbe muoversi verso l’efficienza e non verso i meri proclami”, ha concluso. lp/AGIMEG