Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia ha accolto il ricorso di alcuni operatori del gioco contro il regolamento “Movida” del Comune di Palermo, che imponeva restrizioni sugli orari di funzionamento delle macchinette per il gioco lecito. Il TAR ha stabilito che il regolamento, limitando l’utilizzo delle macchine da gioco a sole cinque ore al giorno, non è supportato da un’adeguata istruttoria e risulta quindi sproporzionato rispetto agli obiettivi di prevenzione della ludopatia.
Secondo la sentenza, la riduzione drastica degli orari avrebbe richiesto un’approfondita attività istruttoria, in linea con l’orientamento giurisprudenziale che obbliga le amministrazioni locali a dimostrare le specifiche esigenze di tutela del proprio territorio rispetto a quello nazionale. Il TAR ha inoltre criticato l’assenza di dati aggiornati e analisi concrete sulla diffusione del fenomeno della ludopatia a Palermo. Gli atti prodotti dall’amministrazione comunale, tra cui documenti dei Servizi Territoriali per le Dipendenze (Ser.T.) e una delibera dell’ASP, non sono stati ritenuti sufficienti a giustificare una regolamentazione così stringente e disomogenea tra i diversi operatori del settore.
Particolarmente rilevante è stata la constatazione del TAR riguardo alla disparità di trattamento tra le sale gioco e le sale bingo, per le quali erano previsti orari di apertura meno restrittivi. Il TAR ha evidenziato che tale differenza non era motivata da specifiche ragioni né supportata da un’analisi dettagliata della situazione locale. L’ordinanza sindacale n. 88/2024, che citava dati sulla ludopatia a Palermo, è stata considerata un tentativo tardivo di sanare un’istruttoria che avrebbe dovuto essere condotta con maggior rigore già durante la stesura del regolamento.
Infine, il TAR ha osservato che la regolamentazione del Comune di Palermo non rispetta i criteri stabiliti nell’Intesa Stato-Regioni del 2017, che prevede misure di contrasto alla ludopatia in modo omogeneo su scala nazionale. Il tribunale ha quindi annullato l’articolo 5 del regolamento “Movida”, accogliendo il ricorso degli operatori e sottolineando la necessità di un approccio più equilibrato e documentato nelle regolamentazioni comunali sul gioco lecito. ac/AGIMEG