Slot, Failoni (Ass. commercio) difende legge provinciale Trento: “Nessun sostegno a imprese di gioco, concesso ampio periodo di tempo per adeguarsi a rimozione apparecchi”

Trento, nessun passo indietro sulla legge provinciale che ha sancito la rimozione degli apparecchi da intrattenimento dai locali che distano meno di 300 metri dai luoghi sensibili, dando agli operatori economici il tempo di adeguarsi. “L’ampio lasso temporale di cinque/sette anni decorrenti dall’entrata in vigore della Legge (12 agosto 2015) previsto dal legislatore provinciale per la rimozione degli apparecchi in questione dalle aree sensibili, ha proprio lo scopo di salvaguardare le attività economiche, agevolandone l’ammortamento e il recupero degli investimenti, nonché favorendo la riorganizzazione delle imprese commerciali e/o eventuale ricollocazione in zone non sensibili. Si tratta di una prescrizione adottata quindi proprio con la finalità di mitigare le conseguenze economiche delle misure previste dalla legge”. E’ quanto ha affermato Roberto Failoni, Assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo della Provincia di Trento, all’interrogazione di Lucia Coppola (Futura 2018) presentata nel settembre 2019 sull’attuazione della legge sul gioco della Provincia di Trento, che non prevede per i Comuni l’obbligo di comunicare gli atti adottati.

“La legge consente alla Giunta provinciale di disporre che gli aiuti previsti dalla normativa provinciale per gli investimenti a favore delle imprese, siano concessi solo agli esercizi commerciali e agli esercizi pubblici in cui non siano collocati tali apparecchi da gioco” prosegue Failoni.  “La Provincia si è fatta carico in questi anni di supportare i Comuni rispetto alle varie problematiche relative all’applicazione dell’art. 5 della legge, intervenendo anche con alcune circolari pubblicate sul sito istituzionale. In particolare la Provincia ha dettato le prime disposizioni attuative della LP 13/2015 (la cui finalità è prettamente quella sanitaria di rendere più difficile l’accesso a queste tipologie di gioco, considerate come le più temibili, dal punto di vista della dipendenza da gioco d’azzardo, cosiddetta ludopatia). Si è evidenziato da un lato la necessità di individuare i luoghi sensibili sul proprio territorio (mappatura delle aree sensibili poste a un distanza inferiore a 300 metri) dall’altro l’urgenza di effettuare all’interno di tali aree un monitoraggio degli apparecchi da gioco installati”. Tuttavia la Legge provinciale “non prevede l’obbligo per i Comuni di comunicare alla Provincia gli atti o i provvedimenti adottati” e per questo motivo “non si hanno a disposizioni tali dati”.

Failoni, commentando l’incidenza del Gap nel territorio provinciale, ha ricordato che “è stata condotta nel 2014 un’indagine trasversale, nell’ambito del Progetto Pre.Gio – Monitoraggio e prevenzione del gioco d’azzardo patologico in Trentino finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, con l’obiettivo di stimare prevalenza del gioco e delle diverse tipologie di giocatore (sociale, a rischio, problematico/patologico), analizzare le caratteristiche dei giocatori, la frequenza di gioco, i giochi e luoghi preferiti, la conoscenza dei servizi, l’eventuale compresenza di altri rischi per la salute; nonché la valutazione la fattibilità e l’appropriatezza dell’inserimento di un modulo specifico sul gioco d’azzardo all’interno del questionario del sistema di sorveglianza nazionale PASSI (Progressi per le aziende sanitarie per la salute in Italia) come strumento di monitoraggio del fenomeno”.
“Il 74% degli intervistati dichiara di non aver giocato nei tre mesi precedenti l’intervista, a giochi finalizzati a una vincita economica. Tra gli intervistati nessuno risulta essere un giocatore problematico/patologico. Può essere considerato giocatore con qualche rischio il 3,4% dell’intero campione, che, rapportato alla popolazione, porta a una stima di circa 12 mila persone adulte nella provincia autonoma di Trento”. L’indagine, dunque, “evidenzia una bassa prevalenza del gioco a rischio”.

Per l’immediato futuro, l’assessore conclude la sua risposta affermando che è in previsione “la promozione di interventi di prevenzione con livelli di azione integrati (dipartimento di prevenzione, scuole, enti istituzionali, privato sociale accreditato, associazioni di volontariato), con particolare attenzione all’età evolutiva; l’implementazione di processi di qualità nell’ambito di diagnosi, cura e riabilitazione, con interventi multidisciplinari e di ‘stepped care’, rivolti a giocatori e loro familiari, con particolare attenzione a popolazioni specifiche come gli ‘over 65’ e le donne; il coordinamento di un gruppo di lavoro per la definizione di un PDTA (percorsi diagnostico terapeutico assistenziale) per il GAP; la valorizzazione di un modulo residenziale per giocatori, prospettando anche modelli innovativi risultati efficaci (es. percorso residenziale nel week end); la continuazione della collaborazione con l’associazione AMA di Trento”. cr/AGIMEG