La Corte Suprema degli Stati Uniti ha discusso la settimana scorsa la causa tra le leghe sportive e il New Jersey sulla legge che lo Stato ha varato nel 2014 per disciplinare le scommesse sportive. La centro della discussione la costituzionalità del PASPA, la legge federale del 1992 che, per tutelare l’integrità dello sport, ha vietato agli Stati USA di legalizzare le scommesse sportive (uniche eccezioni Nevada, Oregon, Delaware e Montana che avevano già adottato una disciplina in materia). Secondo gli esponenti del settore dei giochi e la stampa, i Giudici della Corte sono sembrati in maggioranza favorevoli alle tesi del New Jersey. Secondo Forbes addirittura solo 3 giudici su 9 (Elena Kagan, Sonia Sotomayor e Ruth Bader Ginsburg) sarebbero orientati a pronunciarsi in favore del PASPA, “il divario sembra abbastanza netto da poter facilmente immaginare il successo del New Jersey”. Alcuni giudici hanno osservato che il PASPA di fatto crei un vuoto normativo: si limita a impedire agli Stati di intervenire sulla materia, senza dettare delle linee guida per la regolamentazione o per il divieto sull’offerta di scommesse. Il giudice Kennedy (ago della bilancia in diverse altre pronunce della Suprema Corte) ha rivolto diverse domande a Paul Clement (avvocato delle leghe) sulla questione, e ha chiesto in particolare se esistano delle leggi federali che operino in maniera simile in altre materie. Clement non ha saputo indicare casi analoghi. Non si esclude però una sentenza interlocutoria, ovvero che la Corte Suprema riconosca il potere di legiferare degli Stati USA senza dichiarare incostituzionale il PASPA. La pronuncia è attesa nella prima parte del 2018. rg/AGIMEG