La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da due indagati contro la sentenza della Corte di Appello di Milano che li condannava per aver utilizzato la carta di credito di una terza persona per effettuare scommesse online. “I ricorsi sono inammissibili, in quanto basati su motivi manifestamente infondati, con essi viene infatti prospettata una valutazione delle prove diversa e più favorevole ai ricorrenti rispetto a quella accolta nella sentenza di primo grado e confermata dalla sentenza di appello. In sostanza si ripropongono questioni di mero fatto che implicano una valutazione di merito preclusa in sede di legittimità, a fronte di una motivazione esaustiva, immune da vizi logici; – si legge nella sentenza – viceversa dalla lettura della sentenza della Corte territoriale non emergono, nella valutazione delle prove, evidenti illogicità, risultando, invece, l’esistenza di un logico apparato argomentativo sulla base del quale si è pervenuti alla conferma della sentenza dì primo grado con riferimento alla responsabilità degli imputati in ordine al fatto loro ascritto; vengono infatti illustrate, in modo esaustivo, le argomentazioni sulla base delle quali è stato riconosciuto il ripetuto utilizzo da parte dei ricorrenti, in concorso con un terzo complice, non impugnante, della carta di credito procurandosi l’ingiusto profitto pari ad euro 5456,00 al fine di effettuare n. 17 scommesse on line”. cdn/AGIMEG