Lo stop alla pubblicità di giochi e scommesse è “un tema delicatissimo. Che si intervenga è una cosa di gran senso, ma ci sono vie intermedie: in questo modo togliamo ogni forma di comunicazione al gioco”. E’ quanto ha detto Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’UPT, l’associazione degli investitori pubblicitari, a seguito delle misure introdotte dal Decreto dignità in merito al divieto di pubblicità di giochi e scommesse. A subire le maggiori conseguenze saranno le società di calcio e fra i mezzi la televisione. Anche internet sarà colpito, ma lo saranno soprattutto gli editori italiani. Fra i passi intermedi che era possibile fare – si legge su Italia Oggi – Sassoli ha parlato del codice di autodisciplina (che già contiene otto articoli sull’argomento) più stringenti o l’istituzione di fasce protette. lp/AGIMEG