In occasione della celebrazione del 30° anniversario della strage di Capaci, nel corso della manifestazione organizzata a Palermo nella struttura della Chiesa dello Spasimo dalla Fondazione Falcone, subito dopo il discorso del Presidente della Repubblica, si è tenuto un dialogo politico di alto livello sul rilievo e sulle prospettive italiane delle attività di diplomazia giuridica ed assistenza tecnica antimafia. Nel corso dei lavori del “Dialogo Tecnico, è intervenuto il Direttore Generale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, Marcello Minenna, nell’ambito del panel “Il ruolo della Pubblica Amministrazione”. Nella sua esposizione il Direttore di ADM ha illustrato le strategie e le azioni attuate dall’Agenzia al fine di dare vita ad una maggiore cooperazione tecnica tra le istituzioni per rafforzare l’efficacia dell’azione amministrativa.
“La Costituzione – ha detto il Direttore Generale Minenna – identifica i principi che dovrebbero regolare la Pubblica Amministrazione: efficienza, buon andamento, imparzialità, trasparenza, responsabilità, attenzione alla spesa. Viene così definito, a onor del vero, anche più puntualmente di come viene fatto in altri ordinamenti cosa significhi essere a “servizio dello Stato”. Le articolazioni dello Stato, tutte, divengono così gli ingranaggi di una macchina disegnata per perseguire gli interessi della collettività. Il punto è che negli anni, stratificazioni normative, riforme incompiute, frammentazione e spesso sovrapposizioni di funzioni hanno determinano delle vischiosità”.
“È forte l’esigenza – ha proseguito Minenna – di fare sintesi nella Pubblica Amministrazione ed è forte anche la consapevolezza che non rimane molto tempo. Il dinamismo con cui evolvono le tecnologie, cambiano gli assetti competitivi tra Stati ed economie impongono una maggiore velocità nella messa a fuoco degli obiettivi per il loro perseguimento. E questo richiede un cambio di atteggiamento nella pubblica amministrazione perché è da un funzionamento della Pubblica Amministrazione veramente ispirato ai principi cardine della Costituzione che parte anzi può ripartire il Sistema Paese. Questo cambio di atteggiamento era alla base del lavoro di Giovanni Falcone, un grande uomo che stigmatizzava chi da servitore dello Stato se ne serviva. Il suo lavoro rappresenta quell’onda di speranza che diceva Robert Kennedy scaturisce da chi difende un ideale, agisce per migliorare il destino degli altri e lotta contro l’ingiustizia.
“Credo sommessamente – ha concluso il Direttore Generale di ADM – che questo cambio di atteggiamento passi dalla capacità delle articolazioni dello Stato di muoversi in maniera sincrona, di saper innovare, di comporre gli atti amministrativi preliminarmente alla loro formalizzazione perché la proliferazione di atti scomposti alla fine non solo non porta a risultato, ma soprattutto consente a chi dovrebbe assumersi le responsabilità di non farlo. Non è più compatibile con le sfide di modernizzazione che ci attendono né la difesa dello status quo né tanto meno l’uso strumentale delle prerogative dello Stato. Era proprio questo inadeguato e pericoloso modus procedendi a cui Giovanni Falcone faceva riferimento, a mio modesto avviso, quando diceva «Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma»”. cdn/AGIMEG