Riordino giochi, avv. Benelli ad Agimeg: “E’ venuto il momento per lo Stato di fare una chiamata di sussidiarietà”. IL VIDEO

Presente a FEEXPO 2024 anche l’avvocato Cino Benelli, esperto del settore dei giochi, che a margine del convegno “La commedia degli equivoci: comma 6 uguale a comma 7?”, ha parlato dell’imminente riordino del comparto. Ecco le sue parole ai microfoni del direttore di Agimeg, Fabio Felici.

– Un tema caldissimo di queste settimane è quello del riordino, qual è la tua opinione in merito a quanto sta accadendo?

“Per quanto riguarda l’intrattenimento senza vincita in denaro, non sono stati inseriti nella delega dei criteri specifici, ma ovviamente l’amusement non può essere assimilato agli altri settori che compongono il gioco pubblico nel suo complesso. C’è stato uno spacchettamento, nel senso che è stato deciso di attuare la delega solo al gioco a distanza, invece ci si è dimenticati del resto. Penso che sia venuto il momento per lo Stato di fare una chiamata in sussidiarietà (strumento che regola il riparto delle competenze tra Stato e Regioni, ndr), perché lo Stato non può pensare di fare il riordino del gioco terrestre per poi trovarsi in una situazione in cui germogliano provvedimenti locali che poi vanno a nullificare il tutto, come successo in Veneto. Quindi, se non si riesce a trovare un’intesa e non vengono uniformate le regole, per un settore importante per lo Stato da un punto di vista erariale e presidio di legalità, lo Stato dovrebbe a quel punto fare la chiamata di sussidiarietà e quindi fare una legge quadro con nuove regole per il gioco. Considerando anche la tutela della salute e cercando in qualche modo di uniformare la relativa normativa, che non può essere parcellizzata in regolamenti che provengono dalle fonti più disparate”.

– Ma esiste una volontà politica di risolvere questa legislazione a macchia di leopardo?

“Penso che il gioco sconti ancora un grave problema reputazionale. Basti vedere le politiche degli istituti bancari, per una bieca ragione di reputazione, perché il gioco non viene considerato adatto alla responsabilità sociale d’impresa. Questo nasce all’incirca dall’anno 2010, quando sono partite le prime crociate contro il gioco”.

– Lo scommetteresti un euro che si arriverà a una soluzione definitiva in Italia in tempi brevi?

“Possiamo scommetterlo un euro, però soltanto uno e non di più. Non vedo in tempi brevi una soluzione definitiva”.