FEEXPO 2024, convegno comma 6 e comma 7. Ceglie (magistrato): “L’equiparazione tra le due tipologie di apparecchi va dichiarata illegittima”. Benelli (avvocato): “Le norme confondono due mondi invece ben distinti”

Seconda giornata di FEEXPO 2024, la fiera di Bergamo sull’amusement. Associazioni e operatori si sono riuniti per discutere anche del presente e del futuro del settore: a tal proposito, di particolare interesse è stato il convegno “La commedia degli equivoci: comma 7 uguale a comma 6?”, moderato dal direttore di Agimeg, Fabio Felici, insieme a Michele Carucci.

In questa trasposizione della Commedia degli Equivoci, opera di Shakespeare, è intervenuto l’avvocato Cino Benelli: “In base a una ricerca normativa che ho svolto recentemente, è emerso che il nostro legislatore considera gli apparecchi senza vincita in denaro come l’anticamera del gioco d’azzardo. Quindi, per gli apparecchi comma 6 e comma 7, al di là della concessione (prevista solo per il comma 6), si applica la stessa normativa, con le stesse sanzioni, come deciso dal decreto del Reddito di Cittadinanza del 2019. Comma 6 e comma 7 sono quindi assolutamente equiparati, confondendoli e assimilandoli agli effetti sanzionatori”.

Sulla questione dell’autocertificazione, l’avvocato Benelli ha aggiunto: “Non sappiamo ancora se si tratta di una semplificazione, perché con l’autocertificazione si scarica sul privato e sull’imprenditore un onere, trasferendo sull’imprenditore un rischio, perché se l’autocertificazione è mendace, oltre alle sanzioni pecuniarie ci sono altre conseguenze penalistiche. Allora, cosa si autocertifica? Non la conformità, questo lo fanno i tecnici, non può farlo il privato. Quindi si chiede al privato di autocertificare, ma in realtà si tratta di una valutazione. C’è qualcosa che non quadra”.

“Bisogna delimitare una linea spartiacque, invece anche il decreto di riordino si muove verso l’idea di normare comma 6 e comma 7 allo stesso modo. Di conseguenza, anche i controlli vengono effettuati allo stesso modo e vengono effettuati in maniera indistinta. Tanto che l’autorità di controllo, i tribunali e le sanzioni sono le stesse. Il mio invito finale, per le amministrazioni statali, regionali e comunali è: avete un cannone a disposizione, non usatelo contro i passerotti”.

Il dottor Donato Ceglie, magistrato, ha invece detto: “Noi abbiamo le norme e a quelle dobbiamo rifarci e guai a pensare che se non mi piace la norma, allora non la applico. Le leggi vanno seguite, al di là che piacciano o meno. Se poi ci sono discrepanze e abnormità, ci sono degli organi deputati e le varie autorità giudiziarie a cui appellarsi. Non è normale che un paese abbia centinaia di migliaia di leggi, perché tante leggi confondono le idee e non danno un quadro normativo chiaro, istigando alla violazione delle leggi. A leggere le norme e i decreti attuativi della materia del gioco, mi è venuto il mal di testa. C’è una confusione totale, è necessario un quadro normativo di riferimento che marchi una netta differenza tra comma 6 e comma 7.

“La differenza tra apparecchi con vincite in denaro e senza vincita in denaro deve essere certificata da una norma di legge nuova e da un quadro normativo di riferimento nuovo. L’equiparazione tra comma 6 e comma 7 deve essere dichiarata illegittima, ma non è facile perché ci sono di mezzo lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali, che va a creare una sorta di anarchia. Nei giochi senza vincita in denaro non c’è un rischio dipendenza, ma siamo pronti a parlare di regole e di educazione. Mai come in questo momento storico, ben venga un gioco che si traduca in un intrattenimento sano, allegro e formativo”.

Anche il magistrato Ceglie ha commentato il tema dell’autocertificazione: “E’ un tema scivolosissimo, perché chi firma un’autocertificazione, a cosa va incontro? Perché chi firma quel modulo, si espone a tempo indeterminato a ciò che ha firmato e certificato. Quindi l’autocertificazione, ben lungi dall’essere una semplificazione, è in realtà una terribile complicazione. Anche perché si entra nel penale. Auspico che il legislatore non dia questa apparente via di scampo dell’autocertificazione, qua ci sono imprenditori che vogliono poche norme chiare e attuabili. Questo si deve auspicare dal legislatore, non migliaia di norme complicate alle quali si poi può ovviare tramite scorciatoie. Non va bene così, perchè siamo il paese che vede troppe situazioni approdare alle aule di giustizia e poi è troppo facile prendersela col gestore perché una di queste macchina magari non era perfettamente certificata e allora scattano sequestri, sanzioni e provvedimenti. Non è una situazione da paese civile”.

“Anche la questione dei controlli è fondamentale. Ma chi controlla i controllori? Tutti i settori e tutti gli organi devono essere controllati, nessuno può sentirsi libero di fare ciò che vuole perché sa di non essere controllato. E questo settore dell’amusement è il primo a voler essere controllato, chiede solo di non essere equiparato a quello del gioco d’azzardo. Se vogliamo parlare di controlli e di rischi, facciamo uscire i dati, e vediamo se effettivamente questi giochi sono pericolosi. Quindi ben vengano i controlli, ma purchè vadano fatti nei confronti di tutti. Situazioni differenti vanno normate in modo differente”.

“Questo settore non ha niente da nascondere, avete una Ferrari tra le mani, non trattatela come un trattore. Bisogna lavorare su due fronti. Innanzitutto un Libro Bianco che fotografi il dato reale e le cifre, con gli effetti benefici e i numeri che certificano l’assenza di rischi del settore. Poi servono nuove norme: siamo l’unico paese al mondo che quando promulga una legge, si aggiunge a quelle già esistenti. Invece le nuove leggi devono abrogare le leggi precedenti. Affrontiamo i problemi tutti insieme e con coraggio”.

lb/AGIMEG