Riforma del calcio italiano: allentamento del divieto di pubblicità, quota proporzionale dei proventi annuali derivanti dalle scommesse sportive al calcio. Ecco la memoria dell’avv. Stella Riberti

“Il sistema calcio, al pari di altri sport, beneficerebbe dall’abolizione o, quanto meno, allentamento del divieto di pubblicità relativa a giochi o scommesse introdotto dal c.d. Decreto, i cui ricavi erano stimati in oltre 100 milioni di euro a stagione al momento dell’introduzione del divieto”.

E’ quanto si legge nella memoria depositata al Senato dall’Avv. Stella Riberti sulle Prospettive di riforma del calcio italiano.

“La reintroduzione di tali sponsorizzazioni contribuirebbe anche a disincentivare le tecniche di ‘aggiramento’ del divieto stesso, diffuse tra diversi club professionistici, nonché la sponsorizzazione sulla base della visibilità concessa ai c.d. ‘spazi quote’, ossia le rubriche ospitate dai programmi televisivi o web sportivi che indicano le quote offerte dai bookmaker (considerate ‘informazione’ e non pubblicità, e pertanto legittimate dalle linee guida sulle modalità attuative del divieto di pubblicità di giochi e scommesse pubblicate dall’AGCOM ad aprile 2019). Una soluzione di compromesso a bilanciamento delle contrapposte necessità di garantire un più efficace contrasto del disturbo da gioco d’azzardo, che purtroppo costituisce una problematica (talvolta malattia) di grande rilevanza in Italia, nonché all’estero, e consentire preziose risorse economiche per i club, potrebbe essere di limitare il divieto oggetto del Decreto Dignità alla sponsorizzazione front shirt (come entrerà in vigore in Premier League dalla s.s. 2026/27) o più in generale alla sponsorizzazione di maglia e/o dei LED a bordocampo nonché, per Leghe o la Federazione, a titolo di naming right. In tal modo, si perseguirebbero i doverosi obiettivi sociali, senza depauperare eccessivamente ed modo sproporzionato le società calcistiche”, aggiunge.

“Un’ulteriore misura può consistere nel riservare al sistema calcistico una quota proporzionale dei proventi annuali derivanti dalle scommesse sportive (pari a circa 16 miliardi di euro annui), anche per permettere ai club di far fronte alla perdita causata dalla pandemia stimata in circa 1,2 miliardi di euro a stagione. Tuttavia, onde evitare la dispersione di tali risorse economiche l’utilizzo dei fondi dovrebbe essere, almeno in parte, vincolato al finanziamento di specifici progetti sportivi, quali investimenti negli impianti sportivi o nel settore giovanile”, continua.

“Si rende auspicabile legare la distribuzione di una parte del contributo mutualità previsto dall’art. 22 del Decreto Melandri allo schieramento di giocatori che competono per le rappresentative nazionali a prescindere dai requisiti di età, durata e formazione attualmente previsti dal Decreto Melandri. In alternativa, fonte di tale meccanismo premiale potrebbero essere le risorse economiche legate ai proventi da scommesse sul calcio”, aggiunge.

“È auspicabile introdurre un meccanismo di sgravio fiscale e/o di premialità (traendo le risorse ad es. dai proventi derivanti dalle scommesse sportive) a favore delle società che effettuano investimenti su infrastrutture sportive o progetti dedicati al settore giovanile”, si legge.

“Si propone di revisionare, almeno in parte, il meccanismo di finanziamento della Commissione, attualmente gravante integralmente sulle società, prevedendo un finanziamento tratto ad esempio dai proventi delle scommesse sportive, o analogo sistema, ad esempio con riferimento alla quota parte prevista alla lettera a) del comma 11 dell’art. 2 del Decreto-legge, al fine di non drenare le risorse economiche esclusivamente da fondi altrimenti destinati correntemente alle società, le già un livello di indebitamento per la maggior parte superiore ai ricavi”, continua.

“Sarebbe opportuno rafforzare il sistema di giustizia sportiva, aumentando il numero minimo di anni di iscrizione all’albo degli avvocati, quanto meno in relazione ai componenti delle Corti Federali di Appello e del Collegio di Garanzia del CONI al fine di assicurare maggiore professionalità. Si renderebbe inoltre opportuno trovare una fonte di finanziamento (es. proventi delle scommesse sportive) idonea a garantire un’equa remunerazione in considerazione della rilevanza del ruolo esercitato e del tempo impiegato”, conclude. cdn/AGIMEG