Sul tema della percezione dell’illegalità, riferisce il Report, il giudizio sulla diffusione del gioco illegale è ben diverso quando si considera il proprio territorio (viene percepito dal 26%) rispetto al resto del Paese (nel qual caso la percentuale sale al 75%). Ad ogni modo, vi è la chiara percezione che il problema ci sia e sia ben diffuso, analogamente a quel che pensano i cittadini.
Per esercenti e popolazione che vedono nell’illegalità un fenomeno diffuso, il gioco sulla rete fisica presenta un elevato livello di rischio: ne è convinto il 70% degli esercenti, percentuale che sale a più dell’80% nella percezione della popolazione.
Dal Report emerge che la pandemia – a causa delle chiusure della rete legale imposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria – ha favorito la diffusione dell’illegalità, soprattutto su scala nazionale: per il 37% il gioco illegale in pandemia è cresciuto, per il 58% è rimasto pressoché uguale a prima, solamente per il 5% è diminuito.
Che il gioco illegale sia un problema serio, ne è convinto il 96% degli intervistati. Le conseguenze sono che con il gioco illegale si alimenta la criminalità (44%), si rischia di contrarre debiti e finire in mano agli strozzini (40%), si rischia una perdita economica elevata (34%), si incrementano i giocatori problematici in quanto non ci sono controlli (30%), infine il gioco illegale consente di giocare ai minori (25%).
Si conferma anche tra gli esercenti la convinzione che individuare forme di illegalità sia tutt’altro che facile, senza fare grandi distinguo tra tipologia di giocatori. Per il 65% infatti è ‘poco probabile’ essere scoperti e puniti, per il 14% ‘per niente probabile’, solamente per il 21% è ‘molto o abbastanza probabile’. Cr/AGIMEG