Il caso è unico. In tutta Europa, e forse nel mondo, un altro esempio non c’è. Si parla del settore del gioco ed un articolo de Il Messaggero comincia così, spiegando bene la situazione paradossale che sta vivendo il gioco in Italia. Mentre per tutti gli altri settori economici sono stati garantiti prestiti, aiuti o bonus, per quello del gioco non solo non sono arrivati aiuti, ma è stata invece introdotta una nuova tassa, quella che andrà ad alimentare il cosiddetto “fondo salva sport”.
Settore chiuso da oltre due mesi
Perché il settore del gioco legale sia ancora chiuso, non è chiaro. II vice ministro all’Economia, Antonio Misiani a una precisa domanda del Messaggero. ha spiegato che «il settore dovrà riaprire in sicurezza». Insomma, se i protocolli ci sono le sale dovranno ripartire. Anche perché non mancano i danni all’Erario. Ogni mese di chiusura costa alle casse statali tra i 650 e i 750 milioni di euro e finora il lockdown per il settore ha superato una mancanza nelle casse dell’erario di 2 miliardi di euro. Ed anche come occupazione, le prime stime parlano di una perdita di oltre 5 mila posti solo nella Capitale. Secondo uno studio di Cgia di Mestre e Astro, sono 805 le società che hanno sede a Roma. es/AGIMEG