Beni per 40 milioni di euro, tra i quali 90 immobili, sono stati confiscati ai danni di tre imprenditori reggini, operanti nei settori edile, immobiliare, alberghiero, dei servizi e dei giochi, che secondo l’accusa dalla fine degli anni ’80 al 2017, avrebbero avviato e consolidato la propria attività economica facendo leva sul sostegno di storiche locali di ‘Ndrangheta. Tra i beni sequestrati, una sala gioco Bingo, l’unica aperta a Reggio Calabria, terreni e servizi alberghieri.
Il provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria è stato eseguito dai militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Reggio Calabria, con personale dello Scico e il coordinamento della Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
L’operazione di oggi fa seguito a quella che nello scorso agosto aveva portato alla confisca di un patrimonio di oltre 160 milioni di euro a un altro imprenditore reggino. Le indagini su due dei tre imprenditori colpiti dal provvedimento patrimoniale di oggi si collegano all’operazione “Monopoli”, eseguita dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, che ha fatto luce su un sistema di cointeressenze criminali coltivate da imprese che, sfruttando l’appoggio di cosche cittadine, accumulavano illecitamente profitti poi riciclati in varie attività commerciali.
I tre imprenditori nel 2018 erano stati arrestati e due di loro sono stati condannati in primo grado per i reati di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori, mentre il terzo soltanto per quest’ultimo reato. cdn/AGIMEG