Prof. Razzante ad Agimeg: “Settore del gioco soggetto al riciclaggio, ma meno di altri comparti economici”

“Il libro “Riciclaggio e reati connessi” traccia una panoramica del reato del riciclaggio così come impostato dalla giurisprudenza italiana. L’apporto innovativo del volume è quello di sottolineare l’aspetto repressivo piuttosto che quello preventivo, poiché essendo un reato che in gergo si definisce white collar crime è molto difficile da punire”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg il professor Ranieri Razzante.

“Il riciclaggio è uno dei reati più difficili da contestare poiché viene svolto attraverso operazioni formalmente lecite in cui però è dissimulata la provenienza illegale del denaro immesso nel circuito economico. La giurisprudenza punisce questo tipo di reato attraverso l’articolo 648/bis del codice penale che prevede anche la reclusione per i soggetti che si macchiano di tale reato”.

“Le nuove tecnologie – prosegue Razzante – hanno portato con sé il riciclaggio 4.0, ovvero quello che avviene attraverso i canali online. Le nostre forze dell’ordine fanno un lavoro all’avanguardia per quanto riguarda il rintracciamento delle operazioni effettuate con denaro di illecita provenienza, ma è diventato sempre più difficile riconoscere e provare il reato di riciclaggio”.

“L’Italia, grazie all’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia, svolge un lavoro d’eccellenza in questo campo ed è giustamente candidata ad essere la sede centrale dell’Amla, l’autorità antiriciclaggio europea. Il riciclaggio è un problema da affrontare seriamente perché rappresenta un rischio di sistema perché altera il mercato, la concorrenza e l’economia legale”.

“Il settore dei giochi è uno dei tantissimi comparti soggetti al riciclaggio, ma in misura inferiore rispetto ad altri comparti economici. Il comportamento di alcuni istituti di credito che stanno chiudendo i conti corrente agli operatori del gioco a causa di questo rischio è insensato, poiché in qualsiasi settore economico vi è la possibilità di riciclare il denaro. E’ vero che Bankitalia e UIF hanno segnalato che il settore del gioco sia a rischio, ma ciò non vuol dire che debba essere demonizzato come sta facendo il sistema bancario”, ha concluso. ac/AGIMEG