La Corte Costituzionale assegna al Mef, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e all’Ufficio Parlamentare di Bilancio altri 90 giorni per depositare le relazioen sulla redditività delle sale Bingo. La prima ordinanza con cui la Corte aveva chiesto la relazione “non risulta ancora comunicata all’Ufficio Parlamentare di Bialncio” spiega adesso la Consulta.
L’ordinanza di oggi si innesta nei ricorsi intentati da alcune sale e dall’Ascob di fronte al Tar Lazio – che poi ha sollevato la questione di legittimità costituzionale – contri i continui aumenti del canone mensile di proroga. Inizialmente era stato fissato in 2.800 euro, poi era passato a 5.000, e infine con la legge di Bilancio 2018 ha raggiunto i 7.500 euro, somma che le sale ritengono insosestinibile, visti i costi di gestione, e assolutamente non proporzionata al prezzo che bisognerebbe versare per acquisirie una concessioen di 9 anni. Le sale insomma hanno subito “in modo che appare arbitrario e irragionevole” scriveva il Tar Lazio nel 2018, quando sollevò la questione di legittimità costituzionale, “l’innalzamento immotivato del cinquanta per cento del versamento dovuto mensilmente – senza avere alcuna possibilità né di influire sulla durata del regime di proroga tecnica, né di avere alcuna certezza in ordine alla cessazione di tale regime”.
La Corte Costituzionale – dopo l’udienza di fine febbraio – aveva quindi chiesto a Mef, ADM e Ufficio Parlamentare di Bilancio di depositare una relazione entro luglio “sul concreto assetto di mercato della raccolta del Bingo, con particolare riferimento ai profili economici-finanziari relativi alla genesi e all’applicazione”. L’intento appunto è di verificare se il canone di proroga si sostenibile rispetto ai dati di mercato. Secondo quanto apprende Agimeg, comunque, L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha già depositato la propria relazione. ge/AGIMEG