Prof. Ranieri Razzante (Pres. Aira) ad Agimeg: “Ci sono settori molto più a rischio di infiltrazioni criminali rispetto al gioco. Per combattere il riciclaggio necessario un Testo Unico sui giochi”

Dagli effetti nefasti del continuo aumento della tassazione sul gioco alla giusta configurazione delle infiltrazioni criminali nel settore, dal divieto di pubblicità per giochi e scommesse alla necessità di un Testo Unico per razionalizzare le diverse norme in materia. Sono alcuni degli argomenti toccati in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici dal Professor Ranieri Razzante, presidente di Aira (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio), Docente di Legislazione Antiriciclaggio nell’Università di Bologna e Vice Presidente dell’Organismo di Vigilanza SKS365. “La politica non si rende conto che più tassiamo il gioco legale più ci si sposta sull’illegale, sortendo l’effetto opposto”, ha esordito Razzante. “la grande contraddizione sta nel fatto che si parla sempre di voler eliminare il gioco legale, ma non c’è una Manovra finanziaria che non lo tassi per trovare coperture economiche. Inoltre tassando il gioco legale, diminuendo allo stesso tempo il payout, c’è un riverbero immediato sui cittadini, quelli che giocano onestamente e che quando vincono si vedono pagare una cifra inferiore. Quindi c’è un doppio danno, uno sui concessionari e uno sui giocatori. Non dimentichiamo che giocare è lecito, così come bere un bicchiere di vino, è sbagliato strumentalizzarne l’abuso”. In merito al tema dell’antiriciclaggio, Razzante ha affermato che “l’infiltrazione criminale nel gioco lecito è un fenomeno antico. Esiste, ma come “budget” non è ai primi posti nei guadagni delle mafie. I settori più a rischio sono tutti quelli legati agli appalti pubblici, poi a seguire le energie alternative , i finanziamenti comunitari, il settore rifiuti, quello delle costruzioni e dell’edilizia, infine il gioco, certamente tra i marginali. Parliamo infatti di un giro d’affari di centinaia di milioni, non di miliardi come negli altri settori. E’ necessario riportare il tema del gioco nella giusta dimensione rispetto ad altri settori che subiscono un maggior impatto da parte delle mafie”. Non dimentichiamo – ha proseguito Razzante – che l’interesse delle mafie non è solo il denaro, ma il controllo del territorio, si chiama “delocalizzazione”. Non è un caso che le mafie dal sud si siano spostate al nord. E’ indubbio che le agenzie di scommesse siano appetibili, ma lo sono anche molte altre attività economiche che hanno minori controlli. Nessun paese in Europa ha i controlli che abbiamo noi sul gioco, basti pensare alle piattaforme online illegali che vengono chiuse a seguito del lavoro congiunto di Adm con Gdf e Polizia”. Sul divieto di pubblicità introdotto con il Decreto Dignità lo scorso mese di luglio, il Prof. Razzante ha le idee molto chiare: “Il divieto di pubblicità ha creato solamente danni, sia alle imprese sia all’indotto, come ad esempio le società di calcio e le società sportive in generale. Dai dati in nostro possesso risulta che la vera infiltrazione della criminalità nel calcio è nel settore della compravendita di giocatori e nel settore delle sponsorizzazioni, non della pubblicità. Invece così facendo abbiamo penalizzato i concessionari legali autorizzati dallo Stato. Per paradosso, visto che dai dati della Direzione Nazionale Antimafia sappiamo che la mafia ha più supermercati, alberghi e ristoranti che agenzie di scommesse, dovremmo vietare ai ristoranti di farsi pubblicità su internet per incrementare le presenze e il fatturato dei mafiosi che ne fossero i veri titolari!. Tra l’altro, la compravendita delle licenze nella ristorazione è molto meno controllata – è sufficiente una dichiarazione al Comune – rispetto a quanto non accada nel settore del gioco, dove bisogna passare dai Monopoli di Stato. Per combattere nel modo migliore la criminalità e il rischio riciclaggio, per il prof. Razzante la soluzione sta nell’adottare un Testo Unico sui giochi: “Il Governo insieme al Parlamento dovrebbe occuparsi della redazione di un Testo Unico sui giochi: nel nostro Paese infatti il problema è la farraginosità normativa, ovvero le norme che si accavallano e non sono sistematizzate. Se oggi si vogliono trovare i regolamenti sul gioco, è necessario fare un collage fra circolari Adm, TULPS, norme su società ecc, mentre un Testo Unico semplificherebbe la normativa e gli adempimenti per chi volesse legittimamente esercitare il diritto a giocare, il tutto unitamente a un rafforzamento delle pene per il gioco illegale. In sintesi, il Testo unico gioverebbe al gioco legale a scapito di quello illegale”. E rimanendo in tema di illegalità, il Vice Presidente dell’Organismo di Vigilanza SKS365 ha commentato la maxi operazione della GdF di Torino: “E’ la conferma di quanto i controlli sul gioco illegale siano pressanti ed efficaci. La GdF, svolgendo egregiamente il proprio lavoro di contrasto all’illegalità, ha consentito di smascherare questa truffa. Non si tratta in questo caso di infiltrazioni mafiose, ma di una truffa con furti di dati, in cui i clienti sono le vittime e sarebbe potuta accadere in qualsiasi altro settore, non necessariamente nel gioco. Questa operazione ha confermato la bontà della tesi che il nostro sistema di controlli è il migliore d’Europa, in nessun altro Paese l’Autorità preposta al controllo del settore del gioco e le forze di polizia e finanza sono così presenti ed efficaci”. ff/AGIMEG