“Rivoluzione” Movimento 5 Stelle, intervento Senatori: “Evitare che operatori di gioco vengano discriminati dal sistema bancario perché rappresentano efficace controllo e prevenzione del fenomeno del riciclaggio di denaro”. Il TESTO completo dell’interrogazione

Adottare delle iniziative per evitare che gli operatori della filiera del gioco pubblico vengano “discriminati dal sistema bancario nonostante agiscano nell’ambito della raccolta di gioco riservata allo Stato”; adottare “iniziative, anche di carattere normativo, affinché, in assenza di scoperti o debordi, le banche e gli intermediari finanziari si impegnino al mantenimento dei conti correnti tenuto conto che la normativa vincola all’utilizzo di tali strumenti per il riversamento dell’importo residuo ai concessionari di rete ed allo Stato”; prevedere “una sospensione dei termini contrattualmente stabiliti per la presentazione delle garanzie fideiussorie relative all’obbligo di riversamento dell’importo residuo della raccolta per le imprese attive nella raccolta del gioco di Stato”; e adottare delle iniziative “con urgenza per evitare di mettere a rischio l’esistenza stessa di un settore che per l’anno 2019 ha garantito quasi 7 miliardi di euro di gettito erariale e 150.000 posti di lavoro, nonché per tutelare la legalità della raccolta di gioco in questo periodo emergenziale”.

Sono le richieste che avanzano in un’interrogazione parlamentare – assegnata alla Commissione Finanze – i senatori Mario Turco, Sabrina Ricciardi, e Iunio Valerio Romano, tutti del Movimento 5 Stelle. Una iniziativa che ha sorpreso molto visto che la posizione del Movimento è sempre stata contraria al settore del gioco pubblico. I senatori pentastellati nell’atto sottolineano che il settore degli apparecchi da intrattenimento “ha una regolamentazione fondata su una normativa molto articolata che tocca aspetti di natura tributaria, di pubblica sicurezza e prettamente amministrativi, finalizzati tra l’altro a garantire il controllo dei movimenti di denaro che entrano nel circuito del gioco legale attraverso la previsione strumenti tracciabili di pagamento”; ricordano quindi che a causa della pandemia e della sospensione della raccolta “si è inevitabilmente determinato per le aziende un deterioramento dei parametri di ammissione al credito e di affidabilità finanziaria” e di conseguenza “quasi tutti gli istituti bancari e le compagnie assicurative stanno richiedendo la prestazione di garanzie collaterali del 100 per cento per il rilascio o per il rinnovo delle fideiussioni”.

E affermano che “tale situazione si colloca in un contesto già difficile e caratterizzato da comportamenti discriminatori“. Ricordano che oltretutto “Da tempo infatti gli istituti bancari e le compagnie assicurative procedono a chiudere conti correnti, o a non aprirne, anche ai dipendenti delle aziende per l’acquisto della prima casa pur in assenza di qualunque tipo di criticità, oggettiva e soggettiva, per non meglio precisate ragioni etiche o con la motivazione dell’appartenenza a un settore considerato ad alto rischio”.

Il settore ovviamente rappresenta un “efficace livello di controllo e prevenzione rispetto al fenomeno del riciclaggio di denaro”; questa situazione “si pone peraltro come un oggettivo e intollerabile ostacolo opposto dal sistema bancario italiano”. E concludono “vista la dimensione notevole del fenomeno, si intende segnalare che le imprese interessate da tali pratiche sono insostituibili per il funzionamento della filiera del gioco pubblico”, inoltre “tali comportamenti vanno ad incidere in modo significativo, in un momento così delicato per il Paese, soprattutto sulle piccole e medie imprese della filiera del settore che sono quelle che presidiano il territorio, creano posti di lavoro (stimabili in oltre 150.000 all’inizio della pandemia) e assicurano la capillarità e la regolarità dell’offerta sul territorio“. gr/AGIMEG