Giochi, a rischio il ricorso del Governo in Corte Costituzionale contro la legge regionale della Basilicata

E’ a rischio il ricorso che il Governo ha intentato di fronte alla Corte Costituzionale contro la legge sul gioco della Regione Basilicata. Il Consiglio dei Ministri ha infatti deliberato di impugnare la legge pochi giorni dopo aver firmato l’intesa con le Regioni, una scelta non casuale: “Non abbiamo impugnata la legge regionale del Piemonte, perché era stata deliberata precedentemente all’accordo” ha spiegato recentemente il sottosegretario Pier Paolo Baretta, lasciando intendere che proprio l’intesa rappresentasse un punto svolta.

Nel ricorso tuttavia, all’accordo non si fa riferimento; si cita però la Stabilità 2016 che invece disciplina l’iter per la firma. Dispone infatti che “in sede di conferenza unificata sono definite le caratteristiche dei punti di vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale”. La stessa Consulta tuttavia aveva giudicato quest’ultima norma da sola insufficiente per censurare l’intervento delle Regioni – la pronuncia è quella  sulla legge regionale della Puglia emessa pochi mesi prima dell’accordo, nel maggio 2017 – i giudici costituzionali anzi citavano la Stabilità 2016 come ennesima prova dell’inerzia del Governo: “il procedimento previsto dal citato art. 1, comma 936, della legge n. 208 del 2015 non si è ad oggi ancora perfezionato”. Ancora una volta, l’accento viene messo sull’intesa.

Poi il Governo nell’ultima legge di Bilancio ha ritenuto opportuno inserire una norma che obbliga le Regioni a modificare le proprie leggi sul gioco, per consentire l’espletamento delle gare delle scommesse e del bingo. Potrebbe trattarsi di un mero scrupolo, oppure il Governo aveva la necessità di blindare con una norma di legge la parte saliente dell’intesa. Il fatto è, però, che la legge di Bilancio è stata approvata in via definitiva a dicembre, quindi quando il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge della Basilicata era già stato depositato. Se basta l’intesa, forse il Governo avrebbe dovuto sottolineare nel ricorso che l’accordo era stato finalmente raggiunto. Ma se invece quella firma non è di per sé sufficiente, e serviva la norma inserita nella legge di Bilancio, forse sarà necessario aspettare che una Regione approvi una nuova legge sul gioco per intentare un secondo ricorso alla Corte Costituzionale. Che potrebbe essere l’unica soluzione al problema, visto che le Regioni non hanno digerito quella norma della legge di Bilancio. gr/AGIMEG