DEF 2024, da Camera e Senato via libera alle risoluzioni di maggioranza

L’Assemblea del Senato, con 96 voti favorevoli, 66 contrari e due astensioni, ha approvato la proposta di risoluzione n. 6 di maggioranza al Documento di economia e finanza 2024, incardinato con la relazione della senatrice Ambrogio su mandato conferitole dalla Commissione Bilancio.

Via libera al DEF 2024 anche da parte della Camera, che ha approvato la risoluzione di maggioranza Foti, Molinari, Barelli e Lupi n. 6-00108.

“Il conto consolidato delle Amministrazioni centrali ha registrato nel 2023 un saldo pari a -107.486 milioni, peggiore di 42.769 milioni rispetto al saldo del 2022, pari a -64.717 milioni. Gli incassi finali sono aumentati di 25.815 milioni (+4,2%) e i pagamenti finali di 68.584 milioni (+10,2%). Il saldo di parte corrente è peggiorato di 9.946 milioni e il saldo di parte capitale di 40.156 milioni, mentre quello delle operazioni di carattere finanziario è migliorato di 7.333 milioni. Il peggioramento del saldo primario è di 32.808 milioni. Preliminarmente, si fa presente che il confronto tra 2023 e 2022 risente di elementi di disomogeneità, determinati dalla nuova classificazione economica delle entrate e delle spese del bilancio dello Stato, che ha modificato alcune categorie al fine di assicurare il raccordo con il Piano dei conti integrato delle Amministrazioni centrali dello Stato. In particolare, per quanto riguarda gli incassi: (…) sono aumentati i trasferimenti correnti dalle famiglie (+2.572 milioni) anche per le maggiori riscossioni dei proventi derivanti dai giochi (+1.900 milioni)”, si legge nel testo del DEF 2024.

“Ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema fiscale mediante l’adozione e la corretta attuazione della legge delega di riforma fiscale, preservando nel contempo la progressività del sistema fiscale e migliorando l’equità, in particolare mediante la razionalizzazione e la riduzione delle spese fiscali, comprese l’IVA e le sovvenzioni dannose per l’ambiente, e la riduzione della complessità del codice tributario; allineare i valori catastali ai valori di mercato correnti”. Tra le misure implementate: “La legge delega di riforma fiscale contiene i principi e i criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici”, aggiunge.

“Adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema, in particolare mediante una revisione delle aliquote d’imposta marginali effettive, l’allineamento dei valori catastali ai valori di mercato correnti, la razionalizzazione e la riduzione delle spese fiscali, anche per l’IVA, e delle sovvenzioni dannose per l’ambiente, assicurando comunque equità, e la riduzione della complessità del codice tributario”. Tra le misure adottate: “Per un’adeguata riorganizzazione del settore delle reti di raccolta dei giochi pubblici, che assicura altresì la tutela della salute pubblica, sono prorogate a titolo oneroso fino al 31 dicembre 2023 le concessioni per la raccolta a distanza dei giochi pubblici”.

“Contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”. Tra le misure implementate: “Per prevenire l’evasione e le attività illecite nel settore delle scommesse e del gioco d’azzardo, sono stati rafforzati i controlli ed è stato creato il registro unico degli operatori pubblici di giochi. Previste misure di congelamento dei pagamenti a favore di operatori stranieri non certificati”. Inoltre, “A partire dal 2020 è prevista una ‘lotteria degli scontrini’. La disposizione introduce una sanzione specifica per coloro che non accettano il codice lotteria da parte dei contribuenti. Il D.L. n. 34/2020 ha ulteriormente esteso l’inizio della lotteria al 1º gennaio 2021”.

“Nel 2023 il saldo118 del conto consolidato del Settore pubblico è risultato pari a -105.549 milioni (-5,1% del PIL), in peggioramento di 41.042 milioni rispetto al dato rilevato nel 2022 pari a -64.507 milioni (-3,3% del PIL). (…) Si fa presente che il confronto tra 2023 e 2022 risente di elementi di disomogeneità, determinati dalla nuova classificazione economica delle entrate e delle spese del bilancio dello Stato, che ha modificato alcune categorie al fine di assicurare il raccordo con il Piano dei conti integrato delle Amministrazioni centrali dello Stato120. Tra gli incassi, si osserva l’aumento di quelli di parte corrente (+45.450 milioni, +4,8%), riconducibile alla dinamica: (…) dei trasferimenti correnti dalle famiglie (+2.496 milioni), aumentati anche per le maggiori riscossioni dei proventi derivanti dalla lotteria istantanea (+1.900 milioni)”, aggiunge. cdn/AGIMEG