Bingo, canone di proroga tecnica: ecco cosa è successo oggi in Corte di Giustizia Europea. Intervista all’avvocato Luca Giacobbe

Si è tenuta oggi l’udienza della Corte di giustizia dell’Unione Europea per la valutazione della compatibilità al diritto comunitario del canone di proroga tecnica delle concessioni delle sale bingo.

La questione è arrivata al tavolo dei giudici di Lussemburgo dopo il rinvio pregiudiziale del Consiglio di Stato che ha ritenuto fondati i dubbi di conformità delle norme nazionali con la normativa europea, in particolare, con la direttiva sulle concessioni e con le norme del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che prevedono la libertà di stabilimento e alla libertà di prestazione dei servizi.

A spiegare bene lo stato dell’arte della situazione è, con una esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg, l’avvocato Luca Giacobbe che ha seguito da vicino la questione.

Avvocato cosa è successo oggi in CGE?

Il Collegio aveva già comunicato preliminarmente alle parti i punti su cui si si sarebbe incentrata la discussione di oggi cui ha presenziato la collega Matilde Tariciotti. In estrema sintesi, la discussione si è concentrata su un tema preliminare e due di merito. Il primo quesito di carattere preliminare è se le società concessionarie del gioco del bingo abbiano conseguito o meno un fatturato superiore alla soglia comunitaria“.

La risposta sul punto non può che essere positiva visto che la stessa amministrazione nel lontano 2014 aveva indetto la gara proprio menzionando la direttiva europea sugli appalti dimostrando il carattere transfrontaliero e la possibilità di accesso ad operatori non solo italiani“.

E nel merito quali questioni ha voluto affrontare il collegio?

Il primo tema di merito riguarda la compatibilità al diritto dell’Unione delle attuali condizioni di proroga. Ciò che i nostri assistiti hanno contestato sin dal primo grado di giudizio amministrativo e ciò su cui il giudice nazionale ha espresso dubbi è infatti che: sia stato imposto pressoché sine die il pagamento di un canone non previsto nelle concessioni originarie, di importo sempre mutevole e crescente, al quale i concessionari non possono sottrarsi se intendono partecipare alle future gara; tale canone sia stato determinato in misura fissa e non ancorata all’andamento delle concessioni; il canone imposto non sia modificabile neppure a fronte di eventi imprevisti ed imprevedibili che alternano l’equilibrio delle concessioni“.

L’estensione temporale della proroga rileva nella misura in cui ha determinato una imprevedibilità dell’onere economico complessivo (il canone) imposto ai concessionari. Il secondo tema riguarda i limiti che l’attuale proroga tecnica delle concessioni bingo hanno imposto agli operatori alla loro libertà di stabilimento. Abbiamo sempre sostenuto che l’impianto normativo -così come stratificatosi dal 2014 ad oggi – ha imposto una restrizione perché istituisce un ulteriore ostacolo, quando subordina l’attività al pagamento di una somma che non era prevista né prevedibile dall’originaria concessione e che la rende meno attraente, perché meno remunerativa“.

Stabilisce un impedimento ulteriore, quando non detta regole chiare per l’esercizio dell’attività. Il pagamento di detto canone è previsto in un ammontare non definitivamente quantificabile e prevedibile; infatti, la sua entità è stata periodicamente modificata, così come la sua durata nel tempo, che allo stato, non è ancora chiara“.

Sancisce una restrizione aggiuntiva, quando impedisce ogni tipo di modifica alle condizioni della proroga via via introdotto dal legislatore, anche quando tale modifica è necessaria per ripristinare l’equilibrio della concessione medesima, alterato da fatti imprevedibili, quali la pandemia; impone un ulteriore ostacolo, quando obbliga l’operatore economico che intenda gestire l’attività, ad accettare le restrittive ed incerte condizioni della proroga delle concessioni ovvero ad uscire dal mercato, senza però potervi rientrare“.

Che tempi prevede per la pubblicazione della sentenza?

L’Avvocato generale presso la Corte di giustizia ha termine per depositare le proprie conclusioni il 4 luglio 2024 e la Corte di Giustizia a quel punto riserverà la decisione che potrebbe essere resa nota entro qualche mese“. ff/AGIMEG