Poker: E’ tax-free la vincita all’estero. Lo ribadisce la Commissione Tributaria di Roma

Le vincite al texas hold’em ottenute dai giocatori italiani nei tornei all’estero non possono dar luogo a tassazione. Lo ha ricordato la Commissione tributaria di Roma, sezione di Latina,  nell’annullare un avviso di accertamento rivolto nei confronti di un contribuente italiano, relativamente alle vincite conseguite all’estero in alcuni tornei del circuito «european poker tour». La sentenza in questione – depositata lo scorso 28 agosto – prende spunto dalla normativa comunitaria e dagli orientamenti espressi dalla Corte di giustizia europea, confrontati col trattamento fiscale delle vincite da gioco ottenute nei casinò italiani. Infatti, se un player vince un torneo di poker ospitato in una casa da gioco italiana, le somme che percepisce non vengono assoggettate a tassazione diretta, poiché l’articolo 30 del dpr 600/73, ultimo comma, prevede la non applicazione della ritenuta fiscale su tali proventi (rimane «assorbita» dall’imposta sugli spettacoli che grava sul casinò). Quindi – si legge su Italia Oggi Sette – se un player incassa una certa somma all’interno di un casinò italiano, la vincita rimane netta, non subisce decurtazioni fiscali dirette e non va computata nella dichiarazione dei redditi. Se, invece, il torneo di poker è ospitato da una casa da gioco estera, lo scenario fiscale cambia completamente (almeno a parere dell’Agenzia delle entrate): la vincita deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi e tassata con l’Irpef e le Addizionali. Applicando questo principio, il fisco italiano ha notificato centinaia di avvisi di accertamento (operazione denominata, in gergo, «all in») rivolti nei confronti dei players italiani che avevano ottenuto le vincite all’estero. La Ctr del Lazio – si legge ancora – a cui si era rivolto il contribuente proponendo appello contro la sentenza di primo grado, ha bocciato la metodologia accertativa seguita dall’Agenzia delle entrate, quando il provento è comunque conseguito all’interno di una casa da gioco europea. Il collegio ha rilevato un contrasto con la normativa comunitaria che tutela la libera circolazione dei cittadini e dei servizi all’interno dell’Europa: “Sottoponendo a imposte dirette un provento percepito all’estero, quando quello stesso provento, se percepito in Italia, non avrebbe subito alcun prelievo diretto in capo al percipiente, varrebbe a significare una discriminazione tra l’azienda europea e quella italiana, in favore di quest’ultima”. In tal modo, “il cittadino italiano verrebbe portato a preferire il casinò italiano (dove la sua vincita è immune da decurtazione) rispetto al casinò europeo”. lp/AGIMEG