Il Consiglio della Regione Piemonte sta discutendo dell’eventuale modifica alla normativa regionale sul gioco. “L’attuale legge stabilisce una distanza minima tra i locali in cui si può giocare e i luoghi di aggregazione sensibili al richiamo, ed è l’unica in Italia che estende il divieto ai locali già esistenti e non solo quelli di futura apertura. In virtù di questo provvedimento, votato all’unanimità (tranne un astenuto) da tutte le forze politiche del Consiglio regionale della precedente legislatura, il Piemonte è l’unica regione in Italia che ha visto calare il volume di gioco nel 2017 e nel 2018. Secondo lo stesso Ente di ricerca della Regione Piemonte si sono giocati quasi 500 milioni di euro in meno, con una diminuzione delle perdite per i giocatori di 113 milioni di euro. Il beneficio, sia in termini economici che di salute dei cittadini, è dimostrato. Perché mai ora la nuova maggioranza regionale intende abrogare l’articolo di legge a cui di debbono i risultati conseguiti?”, ha detto Leopoldo Grosso, psicoterapeuta e presidente onorario del Gruppo Abele. In Piemonte il Gruppo Abele, insieme alle altre associazioni, ha sottolineato la propria contrarietà alla modifica e ha chiesto un confronto con le commissioni del Consiglio regionale. cdn/AGIMEG