Piemonte, Ravetti, Rossi e Sarno (cons. PD): “Richieste di modifica a legge sul gioco ingiustificate. Distanziometro e limiti orari importanti per limitare offerta di gioco, ma occorre lavoro culturale a contrasto della ludopatia”

“Continuiamo a chiederci perché il centrodestra vuole cambiare una norma che funziona”, commentano i consiglieri del PD Domenico Ravetti, Domenico Rossi e Diego Sarno, a margine della seduta congiunta delle commissioni Sanità, Attività Produttive e Legalità in Piemonte, durante la quale l’assessorato ha fornito i dati di verifica per la legge regionale ‘Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico’ . “Ancora una volta, nonostante le ripetute sollecitazioni non sono stati convocati tutti i soggetti che hanno partecipato alla ricerca. Avremmo voluto approfondire con loro i dati emersi dalla ricerca IRES che confermano come la norma stia avendo buoni effetti, peraltro non smentiti né dall’assessore né da nessun esponente del centro-destra oggi presenti”, ha spiegato Ravetti. “Ci chiediamo, inoltre, come mai non sia ancora partito il piano di comunicazione e prevenzione già predisposto dagli uffici e che attende solo il via libera della Giunta”, ha aggiunto Domenico Rossi evidenziando come “il distanziometro e i limiti di orario sono importanti per limitare la pervasività dell’offerta di gioco, ma occorre anche un lavoro culturale ed educativo per vincere la sfida contro il GAP”. “Nel corso della commissione è arrivata anche la conferma della difficoltà da parte delle amministrazioni nel controllo sulle sale VLT e scommesse che avevano tempo fino al 2 maggio dello scorso anno per adeguarsi alla normativa”, ha aggiunto Diego Sarno. “Anche oggi non è stato fornito alcun elemento tale da giustificare le richieste di modifica della legge. Non è stato portato nessun dato a sostegno delle tesi che in questi mesi la destra ha più volte dichiarato: né sull’eliminazione di un intero settore, né sullo spostamento verso l’online, né sull’aumento del gioco illecito, così come i dati sull’occupazione risultano decisamente meno preoccupanti di quelli raccontati”, hanno concluso. cdn/AGIMEG