Cassiani (PD) ad Agimeg: “la Legge Piemonte sul gioco è una follia. Prevedo crisi aziendali e una massiccia presenza di totem illegali che già si stanno diffondendo”

“L’entrata in vigore della seconda parte della legge regionale del Piemonte avrà impatti devastanti in termini economici ed occupazionali ed andrà a colpire non solamente i piccoli imprenditori, ma anche i grandi concessionari”. E’ l’allarme lanciato dal consigliere alla Regione Piemonte Luca Cassiani (PD), che ha commentato ad Agimeg gli effetti che produrrà a regime la legge regionale sul settore del gioco. “Questa legge è stata una follia e ne sono responsabili tutte le forze politiche che l’hanno votata. Prevedo crisi aziendale diffuse, che porteranno a licenziamenti di lavoratori anche nelle più grosse società, ma soprattutto vedremo l’intensificarsi di un fenomeno già presente sul nostro territorio, ovvero la sempre più massiccia presenza di Totem illegali, che già hanno iniziato a diffondersi. Si sono espressi contro il proibizionismo, che porta al ritorno dell’illegalità, anche il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho e il procuratore Gian Carlo Caselli. La stessa ricerca Eurispes presentata a inizio mese ha dimostrato l’inefficacia del distanziometro”. Per Cassiani la legge regionale solleva anche un serio “problema giuridico di danno erariale per lo Stato. La legge infatti incide negativamente dal punto di vista delle entrate erariali: la Corte dei Conti dovrebbe occuparsene”. Secondo il rapporto Eurispes con il taglio di Slot e VLT si stimano 2 miliardi in meno di euro giocati, 5.200 posti di lavoro perduti e 220 milioni in meno nelle casse dello Stato. “Le conseguenze di questa legge sbagliata le vedremo nei prossimi mesi – ha proseguito – anche perché, pur volendo modificarla, la legge si potrà cambiare non prima di settembre. Si dovrà infatti attendere l’insediamento del nuovo Consiglio regionale, ma allora già sarà troppo tardi. Sarà molto difficile ricostruire un settore che solamente in Piemonte ha migliaia di addetti e un notevole indotto. Senza dimenticare che dove non c’è un presidio di legalità, l’illegalità si muove e va ad occupare quello spazio rimasto scoperto. Ricordiamoci che il giocatore problematico non gioca sotto casa, ma si allontana. Già oggi sono presenti fuori dalle città dei veri e propri minicasinò dove la gente gioca senza alcuna tutela: il sommerso illegale ora è sempre meno sommerso, prima avevamo espulso la criminalità dal gioco, ma ora se ne sta rimpossessando. E’ un chiaro esempio di come la politica questa volta non abbia affatto colto nel segno, mentre servirebbe una legge a livello nazionale, sulla scia dell’accordo Stato-Regioni del settembre 2017, che regolamenti in modo definitivo e non dannoso l’intero settore”, ha concluso. cr/AGIMEG