“Non abbiamo ancora una stima di quante attività hanno aderito all’ordinanza sul gioco, poichè stiamo predisponendo gli atti applicativi. Finché non esiste un quadro compiuto, molti dei potenziali interessati non sono nelle condizioni di poter esprimere la propria partecipazione”. E’ quanto ha detto ad Agimeg Enrico Panini, assessore del Comune di Napoli al bilancio, al lavoro e alle attività economiche, a proposito dell’ordinanza in materia di limitazioni orarie per le sale giochi, scommesse e bingo. La normativa stabilisce la chiusura per 8 ore al giorno, fasce orarie diversificate in periodi scolastici e non scolastici, l’eliminazione di ogni forma, diretta e indiretta, di pubblicità. “Secondo noi – ha continuato l’assessore – ci sarà comunque un numero molto alto di adesioni”. “I controlli per verificare le disposizioni dell’ordinanza non sono mai cessati. Vengono elevate sanzioni nel caso in cui vengono sforati gli orari. Tuttavia dal quadro delle multe elevate l’impressione è che ci sia una discreta autoregolamentazione degli orari. L’ordinanza è un’esperienza unica sul territorio nazionale, perchè si muove in una logica di autogoverno della persona e non in una logica proibizionistica”. “Siamo stati subissati di ricorsi nei confronti di tutto – continua Panini -: regolamento, ordinanza applicativa, questa nuova ordinanza. Ma per ora le nostre ragioni, al Tar e al Consiglio di Stato, sono risultate prevalenti”. Infine, sui mancati decreti attuativi sul riordino del settore gioco raggiunto nella Conferenza Unificata dello scorso 7 settembre Panini ha detto che si tratta di “un errore, un grave errore. E’ ormai acclarato che la spesa sanitaria per intervenire sulle ludopatie o sul gioco patologico è rilevante. Il fatto che a quel provvedimento, denso di limiti ma comunque un punto di partenza, non siano seguiti decreti attuativi da un lato lascia gli operatori nell’incertezza rispetto ai prossimi rinnovi, licenze e concessioni; dall’altro priva il territorio italiano di strumenti e mezzi. La cosa peggiore è fare un provvedimento su una materia così sensibile e poi fermarsi alla declamazione in senso generale e non trarne le dovute conseguenze”. cdn/AGIMEG