D’accordo sulle finalità, ma non sulle modalità: si potrebbe riassumere così la posizione dell’APPE, la principale associazione di categoria dei pubblici esercizi, sulla recentissima ordinanza del Sindaco Bitonci che limita gli orari durante i quali si possono tenere accese le slot
all’interno dei bar. «È proprio così – conferma il Segretario dell’APPE Filippo Segato – la finalità del provvedimento del Sindaco è assolutamente condivisibile: siamo tutti d’accordo che le ludopatie sono un fenomeno negativo che va contrastato nei modi più efficaci. Però non credo che la strada scelta dal Comune sia quella giusta, anzi finisce col penalizzare gli esercenti senza ottenere risultati apprezzabili».
I locali, secondo l’ordinanza Bitonci, potranno accendere le macchinette soltanto in due fasce orarie giornaliere, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, mentre in tutte le restanti ore del giorno dovranno rimanere spente.
«Non capisco – si chiede Segato – come mai in certe fasce orarie si può giocare e in altre invece no, forse meritano più tutela alcuni frequentatori dei pubblici esercizi, piuttosto che altri? Vorrà dire che il giocatore incallito, che è il vero soggetto da tutelare, si “organizzerà” per riuscire a giocare nelle fasce orarie autorizzate».
Anche il fatto che l’ordinanza valga solo per il Comune di Padova lascia perplessi i rappresentanti degli esercenti.
«Assisteremo – prevede Segato – ad una migrazione dei giocatori dai bar di Padova a quelli dei comuni vicini: penso ai residenti di Ponte di Brenta che potranno agevolmente spostarsi a Noventa Padovana, oppure quelli della Guizza che potranno andare a Ponte San Nicolò o Albignasego».
Insomma un’Ordinanza da cestinare? «Se il Comune ci avesse coinvolto prima di preparare il documento, avremmo potuto dare qualche suggerimento, invece sembra quasi che il Sindaco abbia voluto rispondere, in quattro e quattr’otto, all’appello lanciato dal Vescovo, tanto che viene addirittura citato tra le premesse dell’Ordinanza».
L’APPE, a nome degli esercenti pubblici esercizi, invia una precisa richiesta all’Amministrazione Comunale: «Partendo dal presupposto che le finalità sono condivisibili – conferma Segato – chiediamo il ritiro dell’Ordinanza e l’apertura di un confronto tra tutte le parti in causa (esercenti, Comune, consumatori, Sert) per trovare un sistema, magari coordinato tra più amministrazioni locali, di controllo delle ludopatie». lp/AGIMEG