Bingo, Rapporto Eurispes: il volume del gioco illegale in Italia è valutato intorno ai 20 miliardi annui, il 20% di quello del gioco pubblico

In un sondaggio curato dall’Eurispes e pubblicato a inizio 2019 viene segnalato che il 4,7% del campione dichiara di aver consumato gioco attraverso circuiti illegali, e questa quota aumenta di molto al Sud e nelle Isole. Con ogni probabilità questo dato sottostima la realtà, perché non può tenere conto dell’inconsapevolezza di molti giocatori, che non sanno di essere incappati in reti illegali. Del resto, il volume dell’illegale in Italia è valutato intorno ai 20 miliardi annui, ovvero al 20% di quello del gioco pubblico. In proposito, va rimarcato che manca un’indagine nazionale in grado di rappresentare al meglio il suo impatto e la sua distribuzione territoriale. Si consideri che nella sola operazione coordinata dalla DNA nel novembre del 2018, e che ha visto l’attivazione delle Procure di Reggio Calabria, Catania e Bari, sono stati sequestrati valori per circa 1 miliardo di euro. Queste e tutte le altre poste dell’illegale finiscono nei paradisi fiscali per poi ritornare “sbiancati” nella Penisola o in altri paesi europei, inquinando ulteriormente tanti settori dell’economia legale. Se non si interrompono i flussi illegali, che nascono soprattutto dal mercato del gioco e della droga, per il Paese, e soprattutto per il nostro Sud, non sarà mai possibile un reale rilancio. La repressione deve riguardare l’illegalità, e in proposito la politica dovrebbe intervenire dotando le Forze dell’ordine e gli inquirenti di strumenti più avanzati. Una cosa è certa: il proibizionismo, in questo come in altri settori, ha sempre dimostrato di non essere una soluzione.
La stessa Corte di Giustizia Europea ha recentemente ribadito di aver approvato nel settore dei giochi d’azzardo il ricorso al sistema delle concessioni, ritenendo che quest’ultimo possa costituire un meccanismo efficace che consente di controllare gli operatori attivi in questo settore, allo scopo di prevenire l’esercizio di queste attività per fini criminali o fraudolenti. Se ne desume che i punti vendita di gioco pubblico possono essere definiti presidî di legalità sul territorio e tale qualifica si attaglia particolarmente alle Sale Bingo viste le loro caratteristiche strutturali e funzionali (personale qualificato, utilizzo di sistemi di videosorveglianza, accessi selettivi a tutela dei minori, costante controllo da parte delle Forze di polizia).
In questo contesto non possono, quindi, essere trascurate le recentissime parole del Procuratore Antimafia, Federico Cafiero De Raho: «Se lo Stato non aiuterà le imprese in crisi, le mafie saranno agevolate. Non solo le fasce sociali più povere sono maggiormente esposte, ma anche le imprese. Se lo Stato non interverrà con forti sostegni, con i cosiddetti “bazooka economici”, saranno moltissime le imprese in difficoltà e se lo Stato non interverrà con la forza economica che restituirà impulso, è certo che vi sarà una grave esposizione alle crisi (…) E tutto questo agevolerà ancora una volta le mafie che sono pronte a investire il loro denaro. La consuetudine è che le mafie si inseriscano come mediatori in tutti i momenti emergenziali laddove c’è esigenza». cr/AGIMEG