“A differenza di quanti molti pensano, lo Stato non guadagna tantissimo dai giochi. L’80% della raccolta infatti torna ai giocatori sotto forma di vincita, il 10% va ai concessionari e solamente il restante 10% alle casse erariali. Lo Stato tuttavia con quel denaro deve anche provvedere a investire nei fondi per curare le persone che hanno avuto problemi legati al gioco”. E’ quanto ha affermato Sabrina Molinaro, ricercatrice IFC – Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, nel corso del webinar di Anci Toscana “Costruire politiche di prevenzione al gioco d’azzardo patologico: il ruolo dei Comuni“.
“Nel 2020 il gioco è diminuito, anche a seguito dei lunghi periodi di chiusura della rete fisica imposti per fronteggiare la pandemia, ma non così tanto come ci saremmo aspettati. Nel 2019 la raccolta fu di 110 miliardi mentre nel 2020 di 90 miliardi. Negli ultimi anni l’offerta di gioco è aumentata, soprattutto con l’online, che è cresciuto sempre più a partire dal 2016. Nel 2020 la raccolta dell’online ha superato la raccolta fisica”.
“Secondo i dati IFC-CNR, la raccolta procapite in Italia nel 2020 è stata pari a 825 euro. Ben 50 miliardi di euro sono stati incassati solamente col gioco online nel 2020. Nella nostra regione la raccolta procapite sul gioco fisico è stata di 638 euro, un dato in linea con la media nazionale, mentre per il gioco online di 525 euro. Dal quadro emerge che in Toscana negli ultimi 4 anni i volumi di raccolta si sono mantenuti stabili“.
“Da uno studio effettuato attraverso un questionario su 30 mila toscani residenti, emerge che la percentuale di persone che nel 2019 ha giocato almeno una volta nel corso dell’anno è stata del 38%. Giocano più i maschi rispetto alle femmine e giocano più i giovani rispetto agli Over 40. Solo il 5,5% dei giocatori toscani gioca online. Inoltre, va evidenziato come a giocare non siano le persone con un basso reddito, come generalmente si pensa, ma persone che lavorano ed hanno uno stipendio che permette loro di giocare. Infine, in merito alla conoscenza delle normative legate al gioco, l’84% del campione dice di esserne a conoscenza ed il 53% che saprebbe anche a chi rivolgersi in caso di necessità“, ha concluso la Molinaro. cr/AGIMEG