Mirabelli (PD): “Necessaria riforma complessiva del settore giochi. Non si può continuare a fare cassa sui giochi aumentando la tassazione”

“I lavoratori del settore del gioco legale valgono quanto i lavoratori che producono plastica e, quindi, vanno tutelati. Continuo a pensare che lo Stato non possa pensare di fare cassa sui giochi, continuando ad aumentare l’attesa di entrate derivante dalla tassazione dei giochi, senza dall’altra parte fare una politica coerente”. E’ quanto ha dichiarato Franco Mirabelli (PD) durante il convegno sui giochi che si è tenuto la scorsa settimana alla Camera. “Penso che bisogna ridurre le entrate da gioco – ha continuato – e anche diminuire domanda e offerta di gioco. Non si può, infatti, pensare di diminuire domanda e offerta di gioco e contemporaneamente pretendere di ricavare più soldi dal gioco, perché è evidente che questo uccide intere categorie e spinge verso il gioco illegale, che è la cosa che dobbiamo impedire. Continuo a pensare che questa vicenda si risolva solo se facciamo una norma complessiva di riordino del settore. L’aumento del PREU in questa manovra lo ritengo, dunque, eccessivo per le ragioni che ho fin qui spiegato. Abbiamo anche provato a ridurre il danno: io stesso ho presentato un emendamento per ridurre il payout (cosa che ho ottenuto che entrasse nella Legge di Bilancio) e contestualmente per tassare le vincite del gioco complessivamente, intervenendo quindi anche su Gratta & Vinci, Lotto ecc. e questo ci sarà dai 200 euro in su, con una tassazione delle vincite del 20% ma il ricavato non verrà utilizzato per aiutare il settore rispetto alle perdite che ha. Personalmente posso prendere l’impegno di continuare a lavorare affinché si faccia al più presto una riforma complessiva del settore dei giochi e venga considerata una priorità. Questo è l’impegno anche del Sottosegretario Baretta. Bisogna, però, sapere che all’interno della riforma del settore occorrerà fare delle scelte. Bisogna sicuramente tutelare i lavoratori del settore e decidere le dimensioni degli interventi. Il settore del gioco non può essere utilizzato come un bancomat: deve pagare il giusto e avere la possibilità di lavorare. Nella scorsa Legislatura era stata costruita l’intesa Stato-Regioni che avrebbe anche chiarito tutte le questioni relativi a tempi e distanze dai luoghi sensibili e bisogna riprendere quel ragionamento”. lp/AGIMEG