“L’ADM trova la sua nascita istituzionale con la nascita del Regno d’Italia. Dopo di che ha subito varie evoluzioni storiche e attualmente è regolata da oltre 3.500 norme. Quando ho preso questo incarico nel febbraio di due anni fa, la prima complessità fu avere a che fare con questa complessità normativa. Addirittura norme del 1870 sono ancore efficaci e regolamentano la nostra operatività. Difficile fare repressione ed enforcement se prima non si mette mano al quadro regolamentare. Si parla infatti di vigilanza regolamentare, prima ancora delle vigilanza ispettiva”. E’ quanto ha affermato il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, nel suo intervento al convegno “Gambling: infiltrazioni mafiose nel gioco legale” organizzato a Salerno dalla Dia.
“La prima cosa che chiesi al legislatore fu proprio l’estensione della qualifica di Polizia giudiziaria a tutti i dipendenti dell’Amministrazione. Nella mia verifica di vigilanza regolamentare mi sono chiesto il motivo per cui le norme non riescono ad avere effetti e io credo che questo capita perché chi le aveva previste si era dimenticato dei pezzi. Ciò capita poiché o c’è colpa o c’è dolo. In questi due anni, purtroppo, ho visto tante proposte normative respinte con motivazioni di inammissibilità spesso incredibili“.
“Fortunatamente è partito il Co.Pre.Gi con la collaborazione delle forze di Polizia poiché è arrivato il lockdown che ha spostato il 60% dei consumatori, per differenti motivi, verso l’illegale. Quindi, non c’è stato un perfetto travaso dalla rete fisica chiusa a quella online. Con il fondamentale supporto delle Forze di Polizia abbiamo chiuso oltre 250 sale illegali su oltre 100 Comuni ed elevato multe per oltre 50 milioni di euro. Inoltre, abbiamo trovato liquidità per oltre 60 milioni di euro. Ogni mese c’è una riunione del Co.Pre.Gi e ciò significa che è uno strumento che va in automatico. Questo fa capire che quando le amministrazioni dello Stato hanno un indirizzo chiaro riescono ad operare in maniera sinergica e continuativa. Però, il problema è che il gioco legale e illegale seguono schemi innovativi e differenti. Ad esempio, negli schemi di gioco legale oramai l’operatività è molto simile a quelli dei mercati finanziari (operazioni incrociate, frazionamento di operatività e tentativi di aggirare i limiti). Abbiamo trovato altri schemi di gioco interessanti: giocatori ricorrenti che non perdono o vincono troppo poiché in realtà quell’operatività è strumentale a travasare quella liquidità. Questo è esattamente ciò che accadeva nei mercati delle opzioni borsa negli anni ’90. Come si sono risolte nei mercati finanziari queste criticità che io vedo traslarsi nel gioco? Ad un determinato punto è intervenuta una potente vigilanza regolamentare. Il sistema ha definito tutta una serie di regole a monte che hanno reso difficili questi schemi e hanno consentito all’Autorità di essere veloce nella regolamentazione”.
“L’Agenzia si è molto rinnovata in questi due anni, come è stato anche confermato dal Procuratore Nazionale dell’Antimafia Cafiero De Raho. Però c’è una falla: ADM può anche atteggiarsi da Autorità di regolazione e vigilanza ma non lo è. La vigilanza regolamentare dell’Agenzia richiede modifiche normative e questo obiettivamente rende lenta l’operatività per riportare a controllo fisiologico quello che diventa patologico. Quando De Raho e il sottoscritto hanno segnalato che bisognava riaprire il gioco legale durante gli Europei lo hanno fatto perché i nostri sistemi di intelligence ci avevano riferito che stava accadendo di tutto nel circuito illegale. Eppure non è stato riaperto il gioco legale, con motivazioni che nascondono l’etica con la vigilanza e regolazione. Vogliamo parlare di etica? Che ci vuole a creare un sistema di gioco legale con meccanismi che interferiscano col giocatore e che vadano a misurare dilatazione della pupilla, ritmo cardiaco e pressorio che davanti a certi limiti superati vadano a bloccare l’operatività o vadano a segnalare quell’operatività agli organi competenti. Non è fantascienza, ma richiede di superare determinate resistenze di privacy ed altre cose. Credo però che siano resistenze francamente superabili. Allora mi chiedo, perché va bene la stratificazione normativa di Regioni e Comuni con distanziometri e orari che rendono impraticabile il sistema delle gare e rinnovare l’operatività? In base a questa disciplina oggi l’85% dei punti di gioco è illegale. Chi si arricchisce dalle proroghe? Chi si arricchisce dalla difficoltà dall’avere un sistema di norme coerenti e adeguato ai tempi?”
“Un’ultima battuta sul gioco illegale. Alcune stime, le più prudenziali, evidenziano che le giocate nell’illegale è pari a quelle nel legale. Forse presto arriverà anche la fase del superamento. Il gioco illegale diventa un veicolo molto friendly per il riciclaggio e i trasferimenti di fondi. Il sistema del gioco legale, governato dai nostri sistemi informatici, restituisce oltre il 75%. Il circuito illegale ha cifre totalmente diverse. A mio avviso, si deve migrare il modello dell’Agenzia verso uno di Autorità di regolazione oppure sarà veramente difficile, passando dagli strumenti ordinari di legislazione, seguire un fenomeno così evolutivo e che movimenta miliardi di euro che, per forza di cose, vengono movimentati anche dalla criminalità organizzata”. ac/AGIMEG