“Il danno da disservizio, su cui si basano le condanne, non esiste”, ha detto il prof. Stefano Vinti, legale di Global Starnet, nell’udienza di fronte alla Corte dei Conti per la revocazione delle condanne per i ritardi con cui venne allestita la rete delle newslot. “Tutto nasce dal fatto che una percentuale – comunque esigua – di macchine non era collegata in rete”, ha spiegato Vinti. “Se le macchine non sono collegate – si è pensato – non è possibile pagare il prelievo erariale. Solo che ci si è accorti che il prelievo era stato pagato, in via forfettaria. Allora si è parlato di danno da disservizio, solo che il servizio è stato fornito. Le macchine c’erano e hanno consentito di contrastare il gioco illegale. Come si fa a condannare una compagnia di trasporti se gli autobus passano, e lo fanno in orario?”, ha chiesto provocatoriamente. Vinti ha poi messo in evidenza una “altra assurdità” ovvero che “l’importo delle penali è stato parametrato sulla base di quanto lo Stato ha guadagnato”. gr/AGIMEG