“Molti giocatori utilizzano canali illegali senza esserne consapevoli ed è su questo fronte che bisogna intervenire per contrastare il fenomeno del gioco illegale“. E’ quanto afferma Giovanni Emilio Maggi, Chief institutional affairs & communication officer di Sisal.
“Sul territorio, complice la pandemia e le restrizioni che hanno portato alla chiusura delle sale gioco, è aumentata la presenza di punti scommesse non autorizzati, che a prima vista possono sembrare delle agenzie come le altre, ma che in realtà sono dei fake. Quando si hanno dei dubbi – dichiara Maggi al Messaggero – bisogna verificare che il negozio sia effettivamente presente nell’elenco di quelli autorizzati, basta consultare il sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”.
“Le ricerche dell’osservatorio Luiss-Ipsos sul settore del gioco, avviate lo scorso anno, servono proprio a fornire una fotografia chiara dei rischi connessi allo sviluppo dei canali illegali”, prosegue Maggi. “Ci preoccupa il dato rilevato da Ipsos e Luiss secondo cui giocatori ed esercenti sono convinti che sia molto difficile scoprire il fenomeno dell’illegalità con i sistemi in essere senza creare distorsioni”, spiega ancora il manager di Sisal, “ma va segnalato che grazie a un ottimo rapporto tra Stato e aziende, dalla fine degli anni Novanta si è iniziata un’opera di regolamentazione molto importante che ha progressivamente diminuito l’incidenza del gioco illegale nel Paese, al punto che oggi la legislazione italiana in materia viene considerata dagli esperti tra le più efficienti a livello internazionale”.
In Italia i giocatori sono circa 20 milioni: il 40 per cento della popolazione adulta ha giocato almeno una volta negli ultime tre mesi. Superano invece la soglia dei 4 milioni le persone che giocano su canali non autorizzati: sono prevalentemente uomini (71%) – evidenzia lo studio Luiss-Ipsos – e risiedono di più nel Sud e nelle Isole. Il giocatore che per scommettere sfrutta circuiti non autorizzati non è un soggetto ai margini della società, ma è una persona integrata nel tessuto sociale che ha un’occupazione (72%) ed un tenore sopra la media (14%). Il giudizio sul gioco illegale denota una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo due italiani su tre ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a uno su due (il 50%) tra i giocatori dei canali illegali.
“II gioco legale non consapevole, agito da chi non comprende a fondo il limite tra legalità e illegalità, è un fenomeno che si manifesta sia online che offline”, evidenzia ancora Maggi. Tra le proposte di intervento per contrastare il gioco illegale c’è quella di introdurre degli incentivi a favore di chi gioca legalmente, in aggiunta alle sanzioni previste per chi si rivolge a circuiti illegali. lp/AGIMEG