“Abbiamo un problema più evidente rispetto a quello spagnolo, il nostro è un calcio che nel momento in cui è stato leader nelle competizioni non ha avuto la forza di strutturarsi per andare a conquistare determinati mercato. Il nostro è un problema legato alla politica, in Italia il calcio è stato scelto come capro espiatorio su cui intervenire. Un evento come quello che si è disputato all’Olimpico poteva avere un’affluenza del 100%. La politica di questi ultimi anni è stato una politica nel quale il populismo l’ha fatta da padrone, in cui non si è voluto intervenire sul tema della lotta alla pirateria, un elemento che penalizza il nostro mondo. Sono oltre un milione i pirati che fruiscono il nostro contenuto illegalmente, non è stato fatto nulla per rimuovere il limite alle scommesse sportive e alle sponsorizzazioni di betting che invece possono operare in tutto il resto del mondo. Pretendiamo dalla politica un rapporto diverso, una diversa considerazione. Dopo questa fase pandemica complessa, ma permettetemi anche un po’ populista, abbiamo bisogno di un’interlocuzione seria, di programmazione, solo così si possono risolvere i problemi. Il calcio è un business a tutti gli effetti, il calcio si sostiene anche attraverso i soldi dei tifosi, non bisogna essere ipocriti. Soldi che entrano attraverso lo stadio e i diritti televisivi, e su questo punto è importante la lotta alla pirateria e ricordare che siamo l’unico Stato che si è castrato con una legge che limita, impedisce una commercializzazione libera anche all’estero”. E’ quanto ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di A, al Social Football Summit 2021 – come riporta calciomercato.com. cdn/AGIMEG