E’ stata presentata a Roma la nuova campagna di StarCasinò sul Gioco Responsabile. L’attore Lino Banfi, ambassador dell’iniziativa, ha risposto ad alcune domande sul Gioco Responsabile.
Cosa significa per lei “gioco responsabile” e perché pensa sia importante parlarne oggi?
Se la parola “responsabilità” fa parte del nostro DNA, credo di averne in grande misura e proprio per questo ritengo che sia importantissimo, anzi fondamentale parlarne per tutta la sfera che riguarda il gioco. Al quale, teniamolo bene a mente, ci si deve sempre approcciare in modalità “responsabile”
Come vede il ruolo di una figura popolare come la sua nel sensibilizzare le persone su un tema delicato come il gioco?
Non solo mi fa piacere, ma mi sento onorato che sia stato nominato “Brand Ambassador”. Il titolo mi calza a pennello, lo sento mio. Non solo ho evidentemente saputo interpretare la figura rassicurante del nonno saggio, ma il mio pubblico ha percepito che io sia così nella realtà: un nonno, da poco anche bisnonno, attento e rassicurante e pieno di amore soprattutto nei confronti sei suoi nipoti ma anche di tutti i giovani.
Ha mai avuto esperienze personali o aneddoti che le hanno insegnato l’importanza di mantenere un equilibrio tra divertimento e moderazione?
Ho interpretato molti film con scene che si svolgevano in casinò o sale da gioco. Uno per tutti, molto famoso, è “Al bar dello sport”, che si concludeva al casinò di Sanremo. Spesso è capitato che finite le riprese si andava a giocare. L’ho fatto, divertendomi molto, soprattutto perché mi imponevo un limite: qualche volta ho vinto, altre ho perso. Ma il ricordo è piacevole, perché mi sono divertito. E il gioco, qualunque gioco, deve essere un divertimento, non una rovina economica.
Quale pensa sia il messaggio più importante da trasmettere a chi ama scommettere, soprattutto ai giovani?
Torno a ripetermi, ma spesso ripetere fa bene. Quindi la mia raccomandazione è: lasciate le carte di credito a casa, portate con voi solo una carta ricaricabile, dove avrete messo il budget che vi consenta di giocare, senza rovinare le vostre finanze. E se giocate da casa davanti ad un computer, lasciatele a qualcuno con la preghiera di non ridarvele. Fate come Ulisse con le Sirene: volle ascoltare il loro mitico canto, ma si fece legare dai compagni, per non assecondare il loro richiamo. E si salvò!
Come ha vissuto l’idea di toccare il tema del gioco responsabile attraverso l’umorismo? Crede che la commedia sia un modo efficace per educare e intrattenere allo stesso tempo?
Con grande convinzione. Primo perché non si può cancellare il gioco dalla nostra vita. Da bambini il gioco è essenziale: ci aiuta a crescere, a conoscere il mondo. Da adulti è fondamentale non perdere di vista l’aspetto ludico della vita, conservare il fanciullo che alberga in noi ci aiuta a viver meglio. E sarei veramente lieto se riuscissi ad aiutare i giocatori a non perdere mai la bussola. A giocare per divertirsi e non per rovinare se stessi e le loro famiglie. Infine voglio rifarmi alla saggezza dei nostri avi latini, che recitavano “Castigat ridendo mores” (Rimprovera con un sorriso). Credo che una risata sia molto più efficace e convincente di un rimprovero.
Quali sono i valori che secondo lei il pubblico può associare al gioco responsabile e come questi si riflettono nella sua stessa filosofia di vita?
La dignità personale, gli affetti. Il senso di responsabilità nei confronti dei propri cari, della famiglia, dei coniugi, dei figli. Giocare è bello, rilassante, divertente. Però ha come tutti i divertimenti un costo. E allora, ripeto, fissiamoci un budget. Come quando organizziamo un viaggio, una cena, un pomeriggio al Luna Park. Finito quello si smette. Pensate che senso di forza vi può dare la decisione di chiudere lo schermo, di girare le spalle a una “macchinetta” o di alzarsi dal tavolo da gioco. E poter dichiarare: “Sono più forte io!”
Secondo lei, quali piccoli accorgimenti potrebbero adottare le persone per giocare in modo sano e responsabile, evitando eccessi o comportamenti dannosi?
Mai come in questo caso “Repetita iuvant”! Imponetevi un limite di spesa. E se vi capita, perché spessissimo capita, il momento fortunato sfruttatelo, ma appena la dea bendata vi gira le spalle, smettete di giocare, perché è difficilissimo che lei ripassi. Molto spesso mi è capitato di sentire dichiarazioni del tipo: “Non ho vizi, l’unico è quello del gioco“. Benissimo ma si deve giocare non per vizio, ma per sfizio e con giudizio. Se il gioco diventa un vizio è negativo, perché il vizio non ha in sé nulla di positivo.
Quale messaggio vorrebbe lasciare, considerando il suo ruolo di “nonno d’Italia” e di guida simpatica per le nuove generazioni?
La vita, ragazzi miei, è bellissima, ma alla vostra età vi sembrerà lunghissima. E invece è breve e per essere felice deve essere vissuta in maniera costruttiva, non va sprecata, altrimenti arriverete alla mia età pieni di rimpianti e di rimorsi. Comunque, gioco forza, porterà delle complicazioni, dei limiti, degli ostacoli da superare. E torno a ripetermi: il gioco fa parte della vita, ma deve essere un divertimento, non una preoccupazione o peggio ancora una rovina.
Pensa che il gioco responsabile sia un argomento di cui si parla abbastanza in Italia? Come possiamo fare di più per sensibilizzare l’opinione pubblica?
Ho notato, con grande soddisfazione, che già molto se ne parla, ma se ne deve parlare sempre di più. È fondamentale insegnare che tutti hanno il diritto di giocare, ma che nessuno ha quello di rovinare la propria vita e quella delle loro famiglie. La nostra società sarà sana solo quando avremo insegnato a giocare responsabilmente, a godere del sano divertimento. Che poi è quello che ci sostiene nell’affrontare la vita con la forza di un animo lieto, che ci aiuta davanti agli inevitabili ostacoli e ci insegna a superarli.
Se potesse riassumere il messaggio del gioco responsabile in una frase semplice e divertente, quale sarebbe?
“Una parola è troppa e due sono poche, e allora: “Andestend? So’ condend”!
cdn/AGIMEG