L’affare LAN-Gate sta tenendo con il fiato sospeso, da ormai quasi due anni, gli operatori e gli imprenditori del settore del gaming. In particolare, a fine aprile del 2022, quattro sale giochi in Italia erano state chiuse e sequestrate da parte di ADM: la contestazione era la violazione dell’art. 110 del TULPS per gli apparecchi da intrattenimento contenuti nelle Sale LAN.
Da quel momento è iniziata una battaglia legale con l’Agenzia Dogane e Monopoli per cercare di trovare un quadro normativo che regolasse gli Esports e le attività delle Sale LAN. Due imprenditori in particolare hanno fatto ricorso contro i provvedimenti di ADM: Alessio Cicolari di AK Informatica e Salvatore Porzio, titolare della PC-TEKLAB GAMING MILANO, con sede a Melzo alle porte della città meneghina. Nello specifico la sala di quest’ultimo era stata perquisita contemporaneamente proprio all’Esport Palace di Bergamo, nello stesso istante, con i funzionari di ADM in collegamento diretto e telefonico con i colleghi di Bergamo.
Dopo mesi di tribolazione, per Porzio è arrivata ieri la prima vittoria nelle sedi giudiziarie con una sentenza favorevole da parte del Tribunale Ordinario di Milano, Prima sezione Civile. Un ottimo risultato che potrebbe aprire scenari interessanti e un precedente di peso.
“Ai tempi non abbiamo fatto ricorso perché non abbiamo avuto subito la percezione di ciò che stava accadendo – ha dichiarato Porzio ad Agimeg – Siamo partiti con 100.000 euro di verbale con sequestro e distruzione delle macchine, poi a fine 2022 ci hanno abbassato la cifra a 40.000 euro sbloccando alcune postazioni da gioco, infine una ultima proposta è stata di 20.000 euro più la distruzione dei materiali altrimenti ci avrebbero chiuso tutto, anche il negozio annesso al centro di simulazione. A questo punto abbiamo fatto ricorso e fatto causa all’ADM”.
Prosegue Porzio: “Siamo andati davanti ai giudici, dall’inizio del 2023 ci sono state tre udienze, fino poi all’ultima udienza di ieri davanti al Tribunale di Milano che ha accolto il nostro ricorso. Di fatto, la sentenza ci dà ragione e condanna anche ADM a liquidare le nostre spese giudiziarie. Ci aspettiamo però un altro ricorso di ADM, perché continuano a sostenere la loro teoria pur avendo ammesso che la legge attuale non ha nulla a che fare con i macchinari che abbiamo in sala”.
Il titolare di PC-Teklab guarda al futuro: “Vedendo la situazione che c’è in Italia, sono molto contento di questa sentenza ma aspettiamo a cantare vittoria. C’è ancora una giungla nel settore Esports e Sale LAN, non c’è una norma precisa e dedicata, quindi vengono aperti centri di simulazione senza alcun controllo. Questa sentenza farà un po’ da apripista per attirare l’attenzione anche da parte della politica, per portare attenzione verso il settore, cosa che al momento non c’è”.
“Da imprenditore, sono contento ma consapevole che comunque queste macchine non possiamo ancora usarle perché non c’è una legge che tutela questo settore. Manca una norma, non c’è una regolamentazione vera, non sono molto fiducioso purtroppo perché a livello italiano è ancora molto complicata la situazione. Siamo l’unico paese che non è regolamentato, dubito si risolva a livello legislativo a breve, rischiamo di bruciare un settore che ha un potenziale altissimo – l’allarme di Porzio – Abbiamo sbattuto contro un muro durissimo, speriamo che questa sentenza smussi gli animi e attiri l’attenzione delle persone giuste, che ora devono colmare questo buco normativo”. lb/AGIMEG