Tredese (Elmac) ad Agimeg: “La nuova normativa sulle omologhe può portare al fallimento il settore degli apparecchi di puro intrattenimento”

E’ in grande fermento il settore degli apparecchi senza vincite in denaro. C’è infatti grande preoccupazione per la nuova normativa in tema di omologhe degli apparecchi. Ad evidenziare queste problematiche e le possibili soluzioni è Tiziano Tredese, titolare della Elmac una delle aziende più importanti del settore, in un’intervista rilasciata ad Agimeg.

“Nel biennio 2020-2021 non abbiamo venduto nulla né comprato niente, come la maggior parte dei distributori. I nostri clienti, ossia le sale giochi, non hanno di conseguenza acquistato nulla in questi due anni. A giugno del 2021 ci siamo ritrovati con i magazzini “scarichi” – sottolinea Tredese – “e quindi seppur autocertificando questi giochi, si è potuto vendere solo i resti di magazzino. Per rimettere in piedi il circuito economico, devo acquistare nuovi apparecchi che necessitano però di omologazione. E qui nasce il grande problema della nuova modalità di omologazione degli apparecchi

“Ad esempio, al momento sto omologando una gru a quattro giocatori che mi ha prestato il mio distributore inglese. Per omologarla è necessario preventivamente lo schema elettrico, la certificazione CE, la traduzione del manuale dall’inglese all’italiano. Ho lavorato poi una settimana per fare tutte le foto, quelle delle schede interne, la descrizione e i disegni. Ho mandato il tutto all’Ente Certificatore, che mi ha risposto che per proseguire nella certificazione devo fornire lo SHA-1 del programma sorgente, l’MD5 dell’eseguibile, dare istruzioni sulla compilazione del tutto e come è stato inserito il software nella scheda madre. Tutto questo non posso farlo. Mi relaziono con un distributore inglese, che ha comprato in Cina da un altro distributore, che a sua volta ha comprato da un produttore (“che al mercato mio padre comprò!!”). Insomma per avere una informazione, assolutamente non necessaria secondo me, bisogna fare una sorta di giro del mondo e sperare di ottenerla”.

“Dall’America non possiamo più comprare nulla, gli apparecchi da intrattenimento americani hanno dei costi proibitivi. Siamo costretti a rivolgerci ai mercati asiatici, dove pochi produttori danno a molti distributori i loro prodotti. Lo stesso prodotto viene quindi offerto da molti distributori e tu, europeo, acquisti generalmente da un altro distributore e lo importi”

“Tutto questo di cui stiamo parlando serve per garantire che una Gru rimanga tale e non diventi una slot-videolottery! Un accostamento senza senso, illogico e dannoso. Ho dovuto temporaneamente abbandonare le Redemption, apparecchi che emettono tagliandi. Ho 419 titoli di Redemption venduti in questi 20 anni, che ho autocertificato. Non mi metto neanche ad immaginare cosa potrebbe succedere adesso in questa situazione” – evidenzia Tredese – “Mi sono concentrato sui 7a e i 7c, che comunque in parte commercializzavo anche prima. La principale problematica sorge nell’aver aggiunto al Decreto Tecnico del 2005 il punto 4 dell’articolo 7, ossia la parte tecnica allegata alla scheda esplicativa, quindi ora per presentare una certificazione di omologa sono necessari 4 documenti: Scheda Esplicativa, Estratto della Scheda Esplicativa, Documentazione Tecnica … e una dichiarazione su carta intestata che attesti che tale gioco è descritto nei 3 documenti sopracitati. Dovrei fare tutto questo per ogni macchina.  Documentazione INUTILE e SOVRABBONDANTE. Sarebbe importante togliere almeno la parte tecnica per i giochi nuovi”.

“A lavorare sulla nuova omologa siamo in tre: io titolare dell’azienda e ingegnere elettronico, un tecnico che mi aiuta a comprendere le funzionalità del gioco e i relativi componenti elettronici e l’impiegato esperto nell’utilizzo dei software per impaginare e creare tutti i manuali. Fare l’omologa mi costa in questo modo 5mila euro per ogni tipologia di apparecchi. Ma quanti ne venderò? Il nuovo Decreto ha tolto anche le “targhette prova”.

Con questo modo di fare mi ci vogliono circa 6 giornate piene di lavoro in tre persone, più quanto richiesto dall’Ente certificatore. Insomma una situazione economicamente devastante per qualsiasi azienda. L’autocertificazione già fatta dovrebbe essere più che sufficiente per ADM. Ci siamo presi formalmente e penalmente l’impegno di certificare che quello segnalato è un apparecchio elettromeccanico di abilità comma 7

“In Europa ci sono paesi come Polonia, Danimarca, Belgio, Cecoslovacchia, Olanda e Spagna dove le ticket redemption non hanno bisogno di alcuna certificazione preventiva. Solo in Spagna il tecnico interno all’azienda fa una certificazione, firmata dal patron dell’azienda, con descrizione, fotografia, schema elettrico e CE. Nessun costo. Manda la descrizione allo Stato che immediatamente riconosce, se ritiene opportuno, il gioco. Va a prendere poi le tesserine e i codici identificativi, così che tutti sanno da chi è stato venduto l’apparecchio. Se poi chi la compra ci fa qualche modifica, non è più un problema dell’azienda”.

“Non posso spendere 5 mila euro a macchina. Per le ultime omologhe i Monopoli hanno impiegato tre settimane per darmi l’OK e altre due per ottenere i Nulla Osta di Distribuzione. Ora dovrà essere richiesto dal cliente il Nulla Osta di messa in esercizio, un processo che dura almeno “MESI”. Non possiamo vivere di aria fritta. Io sono fermo con 110mila euro al mese di costi. Che faccio mando a casa tutti i miei lavoratori? Nessuno dei responsabili ha capito bene i guai provocati da questo Decreto, né si è reso conto che siamo bloccati da 3 anni. Insomma una situazione – ha concluso il numero uno della Elmac – insostenibile e sulla quale ci aspettiamo interventi di Buon Senso da parte dell’ADM e, se necessario, della Politica”. ff/AGIMEG